Ebola, college Usa rifiuta studente nigeriano. Ma vive in Texas ed è un mago dell'hi tech

Ebola, college Usa rifiuta studente nigeriano. Ma vive in Texas ed è un mago dell'hi tech
La psicosi da Ebola imperversa negli Stati Uniti. In concomitanza con il secondo caso interno e la veemente reazione di Obama, alcune istituzioni hanno cercato di mettere in atto...

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La psicosi da Ebola imperversa negli Stati Uniti. In concomitanza con il secondo caso interno e la veemente reazione di Obama, alcune istituzioni hanno cercato di mettere in atto proprie strategie di difesa. Spesso incorrendo in clamorosi, quanto inopportuni, errori.







È il caso del Navarro College in Texas che ha respinto, con una lettera datata 2 ottobre, la domanda di iscrizione di uno studente originario della Nigeria, scrivendo che la scuola non accetta studenti stranieri provenienti «da paesi che abbiano registrato casi di Ebola». Idris Ayodeji Bello - che in realtà si trova in Texas da tempo ed è tutt’altro che uno studente sconosciuto, essendo stato inserito nel 2012 dalla CNN nell’elenco delle 10 principali voci tecnologiche africane -, ha immediatamente pubblicato la lettera sul suo sito internet (idrisbelli.com) e sul suo canale twitter, scatenando un dibattito sui principali media statunitensi e attirando l’attenzione di molti media internazionali.



Non sono mancati, naturalmente, i commenti ironici. La scuola, infatti, con la sua comunicazione avrebbe implicitamente dichiarato (basandosi su un’interpretazione sbagliata della posizione di Idris) che in Texas già il 2 ottobre erano presenti casi di Ebola conclamati, cosa che – di fatto – si è effettivamente verificata qualche giorno dopo con il ricovero della ventinovenne infermiera texana Amber Vinson.



Al di là delle presunte capacità divinatorie del direttore del programma internazionale del Navarro College, il caso di Idris si pone come un’evidente conseguenza del panico che sta attraversando in questi giorni gli Stati Uniti (e che non risparmia l’Europa). Anche se la domanda di Idris fosse pervenuta davvero dalla Nigeria, il paese africano ha avuto solo 20 casi confermati di Ebola – l’ultimo alcuni mesi fa – e ha contrastato così bene l’emergenza da diventare un vero e proprio modello per altri Stati dell’area e da essere dichiara, dall’Organizzazione Mondiale per la Salute (WHO), come un paese libero dalla possibilità di contagio.



In realtà molti studenti nigeriani hanno dichiarato, nelle scorse settimane, di essere stati discriminati negli Stati Uniti a causa della psicosi di Ebola e per la loro origine e provenienza. La Nigeria ha una lunga tradizione di studio all’estero, in particolare nel nord America dove, nell’anno accademico 2011/2012, ben 7.028 studenti provenienti dal paese africano hanno potuto compiere i loro percorsi scolastici.



Dopo il clamore suscitato nei media americani e internazionali il Navarro College ha pubblicato una sua smentita, affermando che l’invio della comunicazione (non solo a Idris, a quanto risulterebbe dagli atti) sarebbe avvenuto per errore, e che la vera ragione del “respingimento” di Idris e di altri studenti nigeriani sarebbe legato al fatto che l’anno accademico 2014-2015 è riservato, in via esclusiva, a studenti stranieri provenienti da Cina e Indonesia.



Il fatto che i due paesi non abbiano, al momento, registrato casi di Ebola e che la lettera facesse esplicito riferimento al virus sembra qualcosa di più di un caso e non è giustificata in alcun modo dalle parole dei responsabili del Navarro College. Il rischio che la psicosi da Ebola si traduca davvero in una minaccia alla pace, come osservato dalle Nazioni Unite, non solo nei paesi africani ma anche in quelli occidentali, attraverso aperte manifestazioni di razzismo e discriminazione sembra purtroppo essersi già cominciato a trasformare in qualcosa di più concreto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero