Allarme rosso in tutti i punti di ingresso in Nigeria, dopo la conferma della morte di un cittadino liberiano colpito dal virus dell'Ebola nel Paese. l'uomo era arrivato...
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Un medico americano che aiutava i pazienti infettati con il virsu dell'ebola in Liberia è rimasto lui stesso contagiato. Lo riferisce l'organizzazione umanitaria per la quale lavora. Il medico, Kent Brantly, 33 anni, è ora ricoverato in un ospedale di Mongrovia e si sta sottoponendo a cure, riferisce la ong, Samaritan Purse. Quando ha notato i sintomi, dopo aver curato una serie di pazienti la scorsa settimana, si è messo in isolamento, ha fatto sapere la portavoce Melissa Strickland. Il medico si trova nel Paese dall'ottobre scorso.
Dal febbraio scorso, oltre 660 persone sono morte di Ebola in Africa occidentale, in quella che al momento è l'epidemia più mortale al mondo. La prima vittima in Nigeria era un uomo di 40 anni, impiegato per il governo Liberiano. Tutti i passeggeri che hanno viaggiato con lui sono stati rintracciati e vengono monitorati, ha detto il ministro.
In Sierra Leone il medico che coordinava lo sforzo per contenere l'epidemia di Ebola è stato contagiato dal virus. Lo ha reso noto con un comunicato la presidenza dello stato africano dove la malattia ha fatto il maggior numero di casi, 442 con 206 morti. «Sheik Umar Khan è stato trovato positivo al test del virus - spiega il comunicato - ed è stato ricoverato in una struttura gestita da Medici Senza Frontiere a Kailahun». L'epidemia nel paese sta interessando la parte est, quella al confine con Liberia e Guinea, gli altri due paesi interessati.
In Sierra Leone hanno già perso la vita anche tre infermiere che facevano parte dei team al lavoro sull'epidemia. L'episodio ha originato uno sciopero del personale sanitario, rientrato quando il governo ha concesso di spostare i pazienti dagli ospedali e di lasciare che Msf coordinasse gli sforzi. Secondo le ultime cifre fornite dall'Oms sono 1048 i casi nei tre paesi, con 632 morti. «Il dottor Khan è un eroe nazionale - si legge nella nota - passava dodici ore al giorno a salvare vite». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero