«Sono profondamente sconvolta come donna, ma anche tanto come professionista. Direi quasi umiliata». Lo ha detto a «Mattino Cinque» la dottoressa della...
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La dottoressa ha poi spiegato: «Abbiamo delle telecamere che praticamente sono a circuito chiuso, cioè sono ridicole. Cioè a che cosa servono? Solo ad avere delle prove se è successo un delitto là dentro? Basterebbe utilizzare dei mezzi come una telecamera... cioè ricollegare quelle telecamere invece di essere a circuito chiuso in un sistema con sorveglianza remota, cosa che abbiamo chiesto, implorato e che non ci è stato dato, sicuramente, non dico che avrebbe evitato l'aggressione, quella una volta che io apro... eh, succede. Però avrebbe limitato il danno, cioè immediatamente sarebbero arrivati i soccorsi». «Io - ha ribadito la donna - chiedo solo di fare il mio lavoro nel rispetto della mia dignità di medico, di tutti i medici». Sulla possibilità di ritornare a lavorare all'interno della guardia medica, se fosse messa in sicurezza ha concluso: «Forse, ma al momento non so dare una risposta». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero