Non era la 36enne cinese Xing Lei Li, sparita alcuni giorni fa durante una crociera con il marito (che è in carcere per omicidio), ma quasi certamente una vittima della...
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Gli esami tossicologici, dei quali si attende l'esito tra qualche giorno, potranno forse fornire qualche elemento in più anche se sembrano ormai chiari i motivi del decesso: era talmente magra e deperita che sembrava uscita da un lager. Resta comunque il mistero su chi l'ha messa nella valigia e l'ha abbandonata lungo il porto canale. E soprattutto perché. Il trolley all'interno del quale i proprietari di un'imbarcazione l'hanno trovata, non era zuppo d'acqua e quindi è più plausibile che sia stata abbandonata da terra piuttosto che trascinata dalle correnti. Le indagini della Squadra mobile della questura di Rimini, coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, proseguono a 360 gradi.
Occorrerà, però, dare prima un nome alla vittima. Per il momento non risulterebbero denunce di persone scomparse con caratteristiche corrispondenti a quelle della donna trovata a Rimini. Partendo dall'identità della donna si potrebbe ricostruire la sua storia e risalire a chi l'ha chiusa in una valigia e l'ha gettata via come fosse un rifiuto. Intanto oggi l'avvocato Luigi Conti, che con Laura Camomilla difende il marito della donna cinese scomparsa in crociera, è stato al carcere di Rebibbia dove ha parlato con il suo assistito del ritrovamento della donna asiatica nella valigia. Conti ha riferito a «Chi l'ha visto?» che l'uomo, Daniel Belling, irlandese, ha ribadito di essere innocente, di non aver fatto nulla di male alla moglie e di non entrarci nulla con la sua scomparsa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero