Donna strangolata a Torre a Mare: indagato un 30enne ghanese

Donna uccisa a Bari, indagato un 30enne ghanese
Potrebbe arrivare nelle prossime ore la svolta nelle indagini sull'omicidio di Caterina Susca, la 60enne strangolata e uccisa nella sua abitazione di Torre a Mare, a sud di...

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Potrebbe arrivare nelle prossime ore la svolta nelle indagini sull'omicidio di Caterina Susca, la 60enne strangolata e uccisa nella sua abitazione di Torre a Mare, a sud di Bari. Gli inquirenti, infatti, attendono l'esito degli accertamenti eseguiti sulle impronte digitali che potrebbero dare le prime risposte certe. Le tracce sono state repertate sul luogo del delitto dove hanno lavorato per ore gli uomini della Scientifica. Da subito i sospetti si sono concentrati su un 30enne di origine ghanese, in Italia con regolare permesso di soggiorno e residenza nel quartiere Libertà di Bari, il cui abbigliamento e le cui caratteristiche somatiche sembravano compatibili con la persona immortalata dalla fotografia scattata da un vicino di casa poco dopo il delitto.




Felpa rossa e jeans. Gli stessi abiti indossati dal 30enne, rilasciato in serata, dopo essere stato trattenuto per 24 ore nella Questura il Bari. Avrebbe ammesso di essere stato a Torre a Mare, negando però di aver ucciso la donna.



La Procura di Bari lo ha formalmente iscritto nel registro degli indagati. All'uomo, rilasciato dopo essere stato trattenuto per 24 ore in Questura, gli inquirenti contestano i reati di omicidio volontario.



L'iscrizione nel registro degli indagati del 30enne ghanese, si apprende da fonti della Procura di Bari, è un atto dovuto per consentire all'uomo - finora unico sospettato del delitto di Caterina Susca - di partecipare tramite consulenti di parte agli accertamenti irripetibili disposti dalla magistratura. Si tratta dell'esame di dna da comparare con eventuali tracce biologiche dell'assassino trovate sul luogo del delitto e che potrebbero essere presenti sul corpo della vittima.



Le risposte arriveranno dall'autopsia che sarà eseguita dal medico legale Biagio Solarino e che dovrà accertare - oltre alle cause della morte e alla dinamica del delitto - se la 60enne abbia subito violenza sessuale. Per il momento il fascicolo d'indagine in mano al pm Manfredi Dini Ciacci è stato aperto con l'ipotesi di reato di omicidio volontario.




Anche se la pista che conduce all'uomo è stata definita «importante» dagli inquirenti, non è però l'unica. Di un delitto «feroce» hanno parlato le stesse fonti, perchè l'assassino «si è accanito sulla vittima». Per questo motivo rilevano che l'iniziale ipotesi della rapina finita male «non convince del tutto» e lascia spazio ad un diverso movente. Non ci sono, del resto, altri elementi che facciano pensare ad una conoscenza pregressa tra la vittima e l'uomo.



Nessuna ipotesi, dunque, viene per il momento esclusa e la Squadra Mobile, coordinata dalla Procura di Bari, prosegue le indagini a 360 gradi. Sono state numerose, infatti, le persone convocate in Questura dagli investigatori per ricostruire le ultime ore di vita della donna. Altre risposte che aiutino gli inquirenti a chiarire la dinamica del delitto, arriveranno dall'esito dell'autopsia. Domani il pm che coordina le indagini, Manfredi Dini Ciacci, affiderà l'incarico per gli accertamenti autoptici al medico legale Biagio Solarino.
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Il Messaggero