Donna incinta avvelenata con soda caustica, il fidanzato temeva il bimbo non fosse sano

Donna incinta avvelenata con soda caustica, il fidanzato temeva il bimbo non fosse sano
Temeva che il bimbo non fosse sano. Questo, secondo quanto filtra, il motivo che ha spinto il dipendente pubblico di 35 anni, fermato ieri a Bologna, a versare un prodotto per...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Temeva che il bimbo non fosse sano. Questo, secondo quanto filtra, il motivo che ha spinto il dipendente pubblico di 35 anni, fermato ieri a Bologna, a versare un prodotto per lavastoviglie nella bibita bevuta dalla compagna incinta, ricoverata in Rianimazione, da martedì sera. La donna, coetanea dell'uomo, è residente a Bazzano e originaria della provincia di Siena.


Ieri il compagno è stato sentito tutto il pomeriggio dal Pm Giuseppe Di Giorgio e dai Carabinieri. Dapprima come persona informata sui fatti. Poi, quando sono emerse alcune contraddizioni nel suo racconto e il Pm gli ha fatto presente che o si era davanti ad un atto terroristico, o la donna aveva tentato il suicidio, oppure era stato lui ad avvelenarla, l'uomo ha chiesto tempo per pensare. L'audizione è stata sospesa e quando è ripresa il 35enne ha ammesso le proprie responsabilità, tra le lacrime.

A quel punto è stato invitato a nominare un legale e gliene è stato assegnato uno d'ufficio, l'avvocato Raffaele Merangolo. «Sono stato nominato di fiducia insieme al collega Giulio Cristofori. Ora attendiamo l'udienza di convalida», si è limitato a dire il difensore, raggiunto al telefono in mattinata appena uscito dal carcere della Dozza, dove ha avuto un colloquio con il proprio assistito.

Nell'interrogatorio davanti al Gip potrebbe definirsi meglio il movente, su cui viene mantenuto stretto riserbo. Il problema della gravidanza, ragiona un investigatore, aveva sicuramente gettato l'uomo in uno stato di profonda angoscia. Pare che alla decisione di porvi fine l'indagato stesse pensando da tempo. Incensurato, le testimonianze raccolte lo descrivono come una persona tranquilla, innamorato della compagna. 
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero