Più case famiglia e meno istituti, maggior peso alla volontà della persona disabile, detrazioni fiscali e uno stanziamento ad hoc di 270 milioni in tre anni....
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Un'approvazione accolta con entusiasmo dal presidente del Consiglio Matteo Renzi che su Twitter ha commentato: «la legge sul dopo di noi è un fatto di civiltà per migliaia di famiglie. Sono orgoglioso dei parlamentari che l'hanno voluta e votata». È «la risposta a tanti genitori per il futuro dei loro figli. Grazie al Parlamento», ha commentato in un tweet anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Attesa da molti anni, in 10 articoli la legge si prefigge di «garantire benessere, inclusione sociale e autonomia alle persone con disabilità grave, non determinata dal naturale invecchiamento» e prive di sostegno familiare «in quanto mancanti dei genitori o perché gli stessi non sono in grado di fornire l'adeguato sostegno». Prevede prestazioni da garantire in tutto il territorio nazionale per assicurare l'adeguata assistenza sociale. Per farlo, commenta la relatrice del testo alla Camera Elena Carnevali (Pd), «istituisce un Fondo ad hoc con una dotazione di 184,4 milioni in tre anni destinandoli, in particolare, a programmi di intervento volti a favorire percorsi di deistituzionalizzazione». Mira infatti a favorire la possibilità di residenza a domicilio, prosegue la deputata, «in appartamenti che riproducano le condizioni della casa familiare, al fine di impedire l'isolamento». Inoltre insiste sull'importanza di programmi per «stimolare competenze per la gestione della vita quotidiana e rendere il disabile il più autonomo possibile».
Dal punto di vista fiscale, prevede agevolazioni per polizze assicurative, trust e costituzione di fondi speciali, ma anche esenzioni d'imposta, successioni e donazioni per trasferimenti di beni e diritti reali, se destinati alla tutela delle persone con disabilità grave.
Il Messaggero