«Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso». Così scriveva Mariam Moustafa, la 18enne italiana morta nel pomeriggio di mercoledì...
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LA PISTA
Dalle parole della donna sembra perdere dunque consistenza la pista dello scambio di persona che assieme a quella del crimine a sfondo razzista è stata seguita dagli investigatori inglesi. Lo scambio di persona è stato ipotizzato da alcuni giornali britannici: Mariam sarebbe stata presa per una giovane che su Instagram, con il nickname Black Rose (Rosa Nera), aveva a lungo preso in giro il gruppo di ragazzine. Il padre di Mariam, Hatim, ha raccontato che la figlia, prima di cadere in coma, gli ha detto di essere stata chiamata «Black Rose» da una decina di bulle e di aver risposto: «No, mi chiamo Mariam». Il pestaggio è iniziato alla fermata dell'autobus alle 8 di sera del 20 febbraio fuori del Victoria Centre in Parliament Street e proseguito sul mezzo pubblico. In un video di 16 secondi finito online si vede Mariam seduta sul bus: una ragazza di colore la colpisce con un pugno al viso e un altro giovane cerca di proteggerla. L'autista avrebbe fatto da scudo, secondo l'azienda di trasporti Nct. Mariam si tocca la testa e poi guarda la mano per verificare se ci sia sangue. L'ultimo fotogramma è sul suo volto attonito e terrorizzato. «Solo dopo che è morta la gente si è interessata a noi», ha detto il padre, distrutto dal dolore. «Perché lei?», si è chiesta la sorella, «era la più gentile del mondo, aiutava tutti». C'è, poi, da verificare un'eventuale responsabilità dei medici. Mariam dopo l'aggressione è stata portata in ospedale e rimandata a casa in poche ore. Il giorno dopo però è stata ricoverata in coma e dopo tre settimane è morta. Per chiedere giustizia per la giovane, che in una foto su Fb é seduta su una balaustra sul lungomare di Ostia, è stato creato l'hashtag #JusticeForMariam.
«Non voleva stare in Inghilterra - ha detto la madre - ha sempre sognato di tornare a Roma». E anche gli amici a Ostia la ricordano con affetto. «Non voglio andare in Inghilterra, voglio stare nella mia Roma, qui al mare», avrebbe confidato all'amica di sempre Carolina. «Era una ragazza allegra- ricordano i compagni di classe- aveva il sorriso stampato sul viso». L'ultima volta che l'hanno vista è stato un anno fa: «Era venuta a trovarci- raccontano- ci diceva che stava bene e che le piaceva studiare ingegneria: il suo sogno era quello di diventare ingengere. Però ci ha detto che le mancavamo noi». Per ricordarla, gli amici delle scuole elementari hanno organizzato per domani pomeriggio anche un'iniziativa dedicata a lei davanti alla loro scuola, l'elementare Garrone. «Ancora non ci crediamo che possa essere accaduta questa tragedia- dice l'ex fidanzatino- noi tutti l'abbiamo appresa dai giornali. E siamo atterriti dal dolore». «Prima di andare in Inghilterra- racconta un altro amico- sono stati qualche tempo in Egitto per trovare alcuni parenti».
LA DIPLOMAZIA
La morte della ragazza ha suscitato grande emozione in Egitto, obbligando il capo della diplomazia britannica a reagire per placare gli animi. «Profondamente rattristato dalla morte nel Regno Unito della cittadina egiziana Mariam Moustafa. Le mie condoglianze ai familiari di Mariam», ha scritto il ministro degli esteri della Gran Bretagna Boris Johnson su Twitter. «Ho assicurato al ministro degli Esteri egiziano Shoukry che la polizia di Nottinghamshire sta indagando sulla vicenda».
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Il Messaggero