Ragazzo sgozzato, suicida per la vergogna lo zio di uno degli albanesi arrestati

Ragazzo sgozzato, suicida per la vergogna lo zio di uno degli albanesi arrestati
Lo zio di Marjo Mema, il 19enne finito in carcere con l'accusa di essere stato complice di Igli Meta nel delitto di Ismaele Lulli, si sarebbe tolto la vita in Albania «per la...

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Lo zio di Marjo Mema, il 19enne finito in carcere con l'accusa di essere stato complice di Igli Meta nel delitto di Ismaele Lulli, si sarebbe tolto la vita in Albania «per la vergogna di quanto accaduto a Marjo».






Lo rivela a Tgcom24 la mamma del ragazzo, Vera Mema. «Mario è un bravo ragazzo - dice - e queste cose non si fanno. Mio fratello si è ammazzato da solo oggi».



La donna non crede alla versione di Igli: «Dopo una settimana ha cambiato idea, Mario è una vittima. Igli aveva preparato tutto da solo. Perchè incolpare mio figlio?». Meta si è assunto infatti la piena responsabilità del delitto ma ha dichiarato agli inquirenti che Mema lo avrebbe aiutato a legare il 17enne poi sgozzato in un boschetto a Sant'Angelo in Vado.​



Intanto i carabinieri di Pesaro Urbino, guidati dal colonnello Antonio Sommese, hanno ritrovato il coltello a serramanico con cui è stato ucciso Ismaele Lulli, il 17enne sgozzato per gelosia da Igli Meta, reo confesso. Era a Sestino, un Comune in provincia di Arezzo a cavallo tra le Marche e la Toscana.



A mettere i militari in condizione di recuperare l'arma era stato lo stesso Meta. Recuperato anche l'iPhone di Ismaele, sul greto del fiume Auro a Borgopace.

Meta e l'altro giovane finito in carcere con lui, Marjo Mema, 19 anni, si erano disfatti delle prove (indumenti insanguinati, scarpe, nastro adesivo e altro) seminandole in un "anello della morte" di vari chilometri intorno al luogo del delitto, un poggio a San Martino in Serva Nera, comune di Sant'Angelo in Vado.
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Il Messaggero