Di Maio invita il Pd al dialogo e i dem si spaccano

Di Maio invita il Pd al dialogo e i dem si spaccano
Di Maio apre al Pd e i dem si spaccano. «È l'ora della responsabilità», ha detto il leader M5S in un'intervista a Repubblica. E ancora,...

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Di Maio apre al Pd e i dem si spaccano«È l'ora della responsabilità», ha detto il leader M5S in un'intervista a Repubblica. E ancora, dal summit M5S a Ivrea: «Il contratto di governo può essere sottoscritto dal M5S o con la Lega o con il Pd. Noi siamo pronti ma vediamo se ci sono anche delle evoluzioni negli altri schieramenti». Parole a cui sono seguiti svariati tweet e post Facebook di esponenti democratici tra favorevoli a un dialogo con i pentastellati e strenui contrari.


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«L'autocritica nei toni è apprezzabile, resta evidente l'ambiguità politica. Noi continuiamo a pensare che la differenza la fanno i contenuti. Da questo punto di vista non vedo novità. Il tempo dell'ambiguità è finito», ha detto il reggente Pd Maurizio Martina, ribadendo nei fatti la linea del partito, ovvero la scelta di stare all'opposizione. «C'è un passo in avanti, cambia il tono ma le ambiguità politiche restano e per noi sono un fatto. La nostra linea è quella espressa durante le consultazioni, la nostra posizione è quella, siamo fedeli e coerenti alla impostazione data fin dal primo minuto». («Registro come un passo avanti la dichiarazione di questa mattina di Martina», è il commento di Di Maio).

L'invito al dialogo arriva da Dario Franceschini: «Di fronte alla novità politica dell'intervista di Di Maio serve riflettere e tenere comunque unito il Pd nella risposta. L'opposto di quanto sta accadendo: rispondiamo affrettatamente e ci dividiamo tra noi. Fermiamoci e ricominciamo», ha scritto su Twitter il ministro.

Dura la replica su Facebook del deputato Michele Anzaldi: «Chi vuole conoscere la risposta dei militanti ed elettori Pd a Dario Franceschini, se non vuole scomodarsi ad andare per strada o nelle sezioni ad ascoltare cosa dicono, può dare una rapida occhiata ai commenti al suo tweet: su centinaia di reazioni, c'è quasi l'unanimità di chi non vuole assolutamente sentir parlare di alcun accordo con Di Maio e M5s». «Nessuno attribuisce alcuna credibilità alle parole del leader M5s, per il quale fino a ieri il Pd era il male dell'Italia e oggi diventa il soggetto politico cui chiedere i voti per il suo governo. I nostri elettori - conclude Anzaldi - hanno le idee chiare, come confermano tutti i sondaggi».

«Twitter non mi sembra il luogo ideale per una riflessione unitaria e non affrettata. Io resto all'antica: #circoli #direzione #gruppiparlamentari», scrive il coordinatore del Pd Lorenzo Guerini.


Così su Twitter Piero Fassino: «Di Maio non può proporre un confronto a Pd e Lega come se fossero partiti intercambiabili quando i loro programmi sono opposti. Non si è credibili se non si esce dalla ambiguità. Prima di invocare un confronto M5S dica quali sono i suoi punti programmatici». 
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Il Messaggero