Alemanno tenta il rilancio della destra con Azione Nazionale

Alemanno tenta il rilancio della destra con Azione Nazionale
Ridare forza alla destra. Partire dal basso, mettere in 'movimento' liste civiche, circoli locali, associazioni, categorie, pezzi di società civile e rispondere ad una...

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Ridare forza alla destra. Partire dal basso, mettere in 'movimento' liste civiche, circoli locali, associazioni, categorie, pezzi di società civile e rispondere ad una domanda di 'destrà che esiste. È l'obiettivo non poco ambizioso di Azione Nazionale che oggi - Inno di Mameli e Marsigliese in apertura - ha riunito più di mille persone da tutta Italia al Teatro Quirino di Roma, per la ufficiale presentazione del movimento.


Tanti i quarantenni, diversi ex An. Tra i promotori Gianni Alemanno, in platea Francesco Storace, Roberto Menia, Giuseppe Scopelliti, Pasquale Viespoli, Francesco Aracri, Mario Landolfi, Domenico Nania e Fausto Orsomarso, portavoce del Movimento. «L'area di destra è viva e vitale - dice Alemanno al termine dell'incontro - e Azione Nazionale, contraria ai verticismi che animano l'attuale centrodestra, nasce dal basso per questo, per costruire una forza di destra nazionale. Non un partito, ma la riaggregazione a partire da liste civiche della destra».

Di stretta attualità i temi del manifesto programmatico presentato. Da un impegno diretto dell'Italia nella guerra contro l'Isis, con un intervento militare di terra, al censimento dei luoghi di culto islamico e degli Imam, fino ad un più incisivo modello di integrazione. Dalla moratoria delle trattative per l'Accordo transatlantico di libero scambio (TTIP), all'obbligo di riservare il 30% degli investimenti pubblici al Sud del Paese, ad un New Deal italiano per il rilancio del Paese, a politiche per la famiglia ed quoziente familiare.


Ma è il tentativo di «colmare il vuoto di Destra che c'è nell'attuale offerta politica» il cuore del manifesto politico. Lo spiega il portavoce Orsomarso: il centrodestra può risorgere solo se si rimette in gioco «dal basso», attraverso «primarie a tutti i livelli» e un tavolo programmatico per un nuovo «progetto Paese» e il confronto sistematico con categorie produttive, autonomie funzionali ed organizzazioni della società civile. Ecco perciò
«un'alternativa al salvinismo», per un centrodestra »davvero alternativo alla sinistra renziana e all'antipolitica». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero