Derby, schierati 2.500 agenti: la Digos aveva lanciato l’allarme stranieri

Derby, schierati 2.500 agenti: la Digos aveva lanciato l’allarme stranieri
Per il Viminale alla fine il piano della Questura ha funzionato. Il bilancio che fa registrare due romanisti accoltellati, due fermati e un arresto dell’ultima ora non è...

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Per il Viminale alla fine il piano della Questura ha funzionato. Il bilancio che fa registrare due romanisti accoltellati, due fermati e un arresto dell’ultima ora non è drammatico. Scontri, tafferugli e cariche erano previsti. Rispetto al rischio 4, il massimo livello d’allerta previsto dall’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive che ha richiesto misure speciali, il risultato, dicono, è positivo. Il questore Nicolò D’Angelo aveva messo in campo 1.700 uomini, 200 agenti della polizia municipale, con l’obiettivo principale di tenere separate le due tifoserie. Altri 583, hanno operato all’interno dell’Olimpico, steward, chiamati alle operazioni di filtraggio e prefiltraggio per un incontro che faceva temere il peggio: il derby, ma anche per la posta in gioco, hanno reso necessarie un piano straordinario.




SEGNALAZIONI DALL’ESTERO

Il lavoro di intelligence era cominciato già da alcune settimane. Gli uomini della Digos da giorni lavoravano sulle tifoserie, per capire se ci fossero piani preordinati e quali fossero i pericoli specifici per la partita di ieri. Ma sono arrivate anche le segnalazioni dall’estero. Dalle polizie straniere di Bulgaria, Polonia e Inghilterra erano arrivate all’Osservatorio per le manifestazioni sportive indicazioni sull’arrivo a Roma di ultras, noti alle forze dell’ordine. Tutti sostenitori della Lazio. Tanto che, nella notte tra domenica e lunedì, gli agenti della Digos si sono presentati per controllare un gruppo del Wisla Cracovia, sbarcato nella capitale per ufficializzare in occasione del derby il nuovo gemellaggio con i biancocelesti. Gli stessi tifosi che ieri, sono stati ospitati in curva nord e che, nei pressi di Ponte Milvio, ostentavano saluti romani.



LE BONIFICHE

I controlli degli artificieri e delle unità cinofile sono iniziati ieri domenica. Ma le bonifiche, intorno allo stadio controllando aiuole, cassonetti dell’immondizia, tombini e persino il greto del Tevere, e tutti i luoghi dove potessero essere nascosti oggetti pericolosi, sono andate avanti anche durante la partita. In un solo caso hanno dato esito positivo, in largo Maresciallo Diaz e via di Lariano, nascosti tra le siepi, sono stati trovati una catena, un estintore, un coltello da cucina due roncole, un crick e un trolley con all’interno numerosi barattoli di alluminio.



LA ZONA ROSSA


Un’enorme zona rossa chiusa al traffico e la tangenziale trasformata in parcheggio. Questo era stato previsto dalle 15 ieri quando, per i 48mila spettatori previsti, si sono aperti i cancelli dello stadio. Un unico obiettivo: tenere separate le tifoserie. Che sono confluite da due lati. Il perimetro era inviolabile. Ponti separati per romanisti e laziali. Nel punto di convergenza dei sostenitori delle due squadre, dietro a un corsone di uomini di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza erano stati collocati gli idranti. Il momento di massima tensione era previsto sul lungotevere Maresciallo Diaz. Era quasi scontato che le tifoserie tentassero di forzare i cordoni, come è accaduto, i romanisti prima dell’incontro, i laziali alla fine della partita. Ma, alla fine, l’impiego di idranti e lacrimogeni è stato minimo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero