Un regalo di Natale dal sapore elettorale alla lobby degli ambulanti. L’emendamento salva bancarelle fatto approvare nella notte dal Pd sta però avendo alcune pesanti...
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MESSAGGI
Resta il fatto che il Pd ha mandato un segnale d’attenzione ad un mondo in rivolta addirittura dal 2005 contro la direttiva europea Bolkestein che intende rompere il “numero chiuso” del settore imponendo maggiore concorrenza e maggiore trasparenza a chi trae reddito da bancarelle e spiagge che occupano suolo pubblico. L’obiettivo dell’emendamento è chiaro: sottrarre una parte del voto degli ambulanti ai 5Stelle che della battaglia “No Bolkestein” hanno fatto una bandiera. I politici considerano gli ambulanti un importate serbatoio di voti. Negli ultimi 10 anni le imprese di commercio ambulante in giro per l’Italia sono passate da 150 a 200.000 con un bell’incremento che ne ha aumentato il peso politico visto che coinvolge almeno 500.000 lavoratori. Non altrettanti i voti, però, perché il 40% delle imprese ambulanti è in mano a imprenditori con passaporto straniero, assai spesso extracomunitario. Per chi votano gli ambulanti? Carotaggi specifici non ne esistono ma la sensazione degli osservatori è che il loro consenso si distribuisca più o meno così: 40% al centrodestra; 20% ai 5Stelle; 15% al centrosinistra il resto ai piccoli partiti. «Fra i commercianti il monopolio berlusconiano è finito - spiega Enzo Risso, direttore SWG - Anche il centrosinistra a matrice renziana dal 2014 ha perso qualche punto di consenso nel comparto».
Ma il vero nucleo forte degli ambulanti è a Roma, dove sono quasi 12.000, con una forte prevalenza della potente famiglia dei Tredicine. Chi in passato ha provato a liberare quanto meno le aree di pregio, come l’ex assessore al Commercio, Marta Leonori (Pd) si è ritrovata con una durissima protesta sotto le finestre; il suo successore, Adriano Meloni (giunta M5S) probabilmente perderà il posto per avere espresso preoccupazioni per una eccessiva sensibilità della maggioranza grillina nei confronti delle posizioni acquisite per l’assegnazione dei posti delle bancarelle per il mercatino della Befana. In questi mesi il I Municipio (centro storico) stava portando avanti una operazione di verifica di tutte le concessioni, per vedere chi è posizionato in aree in cui viola il codice della strada (a Roma ci sono bancarelle che ostruiscono i marciapiedi e le strisce pedonali), chi in aree di pregio proprio davanti ai monumenti. Ricorda l’Alfonsi: «Anche con l’aiuto del ministro Calenda, è stato fatto un grande lavoro. Di fatto su 1.200, solo 600 sono in regola, per cui con l’applicazione della Bolkestein avremmo messo a gara solo quelle postazioni, le altre sarebbero scomparse. Invece, a causa di questo inaudito emendamento, non potremo toccarle. Il mio partito ha fatto un gravissimo errore, che penalizza anche gli enti locali come il mio che hanno tentato di mettersi in regola». Ma con le elezioni alle porte, la lobby degli ambulanti ha incassato l’ennesimo successo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero