Sono due gli elementi chiave intorno ai quali ruotano le indagini per il duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone: la pistola rinvenuta nel laghetto e l'accertata presenza...
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Da quanto si è appreso oggi a margine dell'incontro tra la famiglia Ragone e la Procura, martedì Giosuè Ruotolo dovrà spiegare soprattutto la presenza del veicolo e il tempo immotivatamente lungo impiegato per percorrere l'arteria stessa, lunga non più poche centinaia di metri.
Secondo quanto si è appreso, negli ambienti investigativi si parla di un 'bucò di sette minuti da quando l'auto viene inquadrata dall'ultima telecamera nei pressi del polo scolastico a quando viene intercettata poco distante da via Colombo, dove abita il militare campano.
Sette minuti che potrebbero costituire un tempo sufficiente per l'ipotetico assassino per scendere dall'abitacolo, entrare nel parco, sparare, disfarsi della pistola nel lago e tornare verso casa. La Procura sarebbe intenzionata a sapere da Ruotolo chi era alla guida del mezzo, considerato il fatto che l'ex coinquilino di Trifone ha sempre sostenuto di trovarsi in casa impegnato al computer.
Gli investigatori, invece, sono persuasi che nell'auto ci fosse proprio Ruotolo, da solo. Occorre però trovare una conferma perchè le immagini della telecamera della videosorveglianza comunale non sono così nitide da consentire il riconoscimento dell'autista. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero