Spunta una pistola nel giallo Rosboch, l'insegnante di Castellamonte per il cui omicidio sono in carcere l'ex allievo Gabriele Defilippi, il complice e amante Roberto...
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«Gabriele me l'aveva fatta vedere per vantarsi - ha aggiunto - poi me la consegnò il 14 gennaio», ovvero il giorno dopo l'omicidio dell'insegnante di Castellamonte. «Io ho avuto paura - ha rivelato - e l'ho sotterrata nella zona di Rocca Canavese». Dell'arma però non c'è al momento alcuna traccia. In quell'incontro, oltre alla pistola, Defilippi consegnò a Obert anche una busta piena di banconote da 50 e 100 euro con la scritta 'fac-simile. «Li ho bruciati», ha sostenuto Obert.
Nuovo indagato. C'è un nuovo indagato nell'inchiesta per la truffa da 187 mila euro ai danni di Gloria Rosboch.
L'altro delitto. La pistola, e i soldi finti, inceve, rimandano ad un altro omicidio avvenuto nel Canavese, quello di Pierpaolo Pomatto, pregiudicato di 66 anni giustiziato lo scorso 19 gennaio con un colpo di pistola - arma mai ritrovata - e abbandonato in mezzo a centinaia di banconote fac-simile. Per questo delitto lo scorso 15 febbraio è stato arrestato un pregiudicato di 55 anni. Al momento l'ipotesi di un collegamento tra l'omicidio e il caso Rosboch non trova alcun riscontro investigativo.
Caccia al tesoro nei casinò. I carabinieri, intanto, stanno effettuando alcuni accertamenti nei casinò del nord Italia e della Costa Azzurra nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Gloria Rosboch e sulla truffa da 187mila euro nei suoi confronti. Lo scopo è quello di verificare se i soldi siano stati persi al gioco da Gabriele Defilippi, in carcere per l'uccisione dell'insegnante di Castellamonte e indagato per la truffa ai suoi danni. È stato lo stesso Defilippi a sostenere, nel corso degli interrogatori a cui è stato sottoposto, di essere un frequentatore abituale di sale da gioco. Secondo alcuni testimoni, interpellati dai carabinieri, era solito giocare anche mille euro a puntata.
Defilippi aveva raccontato di avere consegnato i 187 mila euro all'amante e complice Roberto Obert, anche lui in carcere per l'omicidio così come la madre del ragazzo, Caterina Abbattista. «Una parte li ha spesi - ha sostenuto con i magistrati - gli altri li ha messi nella sua cassetta di sicurezza». Il particolare si è però rivelato falso: dentro la cassetta, infatti, i carabinieri non hanno trovato il denaro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero