Delega fiscale, accordo Renzi-Padoan. Bersani: «Chi ha di più evade di più»

Delega fiscale, accordo Renzi-Padoan. Bersani: «Chi ha di più evade di più»
Pieno accordo fra Renzi e Padoan sul decreto attuativo della delega fiscale. È quanto si apprende da fonti di P. Chigi, al termine dell'incontro tra il premier e il ministro...

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Pieno accordo fra Renzi e Padoan sul decreto attuativo della delega fiscale. È quanto si apprende da fonti di P. Chigi, al termine dell'incontro tra il premier e il ministro dell'Economia. Il testo arriverà in Cdm il 20 febbraio: sarà modificato, molto più ricco e ampio.




«La manina è la mia». È quanto ha detto il premier nel corso dell'assemblea Pd alla Camera. Il riferimento è all'articolo 19 bis della delega fiscale, che stabilisce una soglia di non punibilità al 3%. Il premier sarebbe tornato a difendere l'impianto della delega.



Matteo Renzi ha detto ai deputati riuniti in assemblea che se rivendica la paternità della norma non lo fa per «difendere» qualcuno dei suoi. Il premier ha aggiunto, secondo quanto si apprende, che si è «discusso e approfondito punto per punto» nel governo. E che il suo esecutivo «non mette la firma» su pacchetti di norme «preparate dai tecnici».




Bersani: «Chi ha di più può evadere di più». Nella norma sul fisco «c'è una proporzionale: chi ha di più ha diritto ad evadere di più». Così l'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta il decreto fiscale con i cronisti a Montecitorio. Lo stesso criterio di proporzionalità, osserva, «manca però nel Jobs Act» e in particolari nei licenziamenti disciplinari.



Bersani ha lasciato la riunione dei deputati Pd con Matteo Renzi prima che il premier intervenisse. E, parlando con i cronisti, si è soffermato sul fatto che nel Jobs Act, nel punto dei licenziamenti disciplinari, non ci sia «alcuna proporzionalità» tra il fatto passabile di provvedimento disciplinare e licenziamento. «E come se nel calcio un giocatore, per aver sbagliato una rimessa laterale» venisse espulso. Un criterio di proporzionalità, osserva l'ex segretario Pd, che invece è incluso nel decreto fiscale, dove si prevede che «chi ha di più ha diritto ad evadere di più».
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Il Messaggero