Siria, emergenza umanitaria a Deir Ezzor, la città assediata dall'Isis: senza medicine e cibo la gente muore di fame

Siria, emergenza umanitaria a Deir Ezzor, la città assediata dall'Isis: senza medicine e cibo la gente muore di fame
Scarni e malnutriti, con la disperazione negli occhi e, allo stato attuale, con poche prospettive per il futuro: è questa l'immagine degli abitanti di Deir Ezzor, in...

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Scarni e malnutriti, con la disperazione negli occhi e, allo stato attuale, con poche prospettive per il futuro: è questa l'immagine degli abitanti di Deir Ezzor, in Siria, da dieci mesi nelle mani dei jihadisti dello Stato islamico. Lì, nella città con 200mila residenti sotto assedio, si vive con nulla: non c'è cibo, le medicine, i generi di prima necessità scarseggiano e la popolazione non ha l'elettricità da marzo. Le persone che hanno ancora la forza di reggersi in piedi si aggirano come se fossero i fantasmi di loro stessi, tanto da far paragonare le condizioni in città a quelle dei campi di concentramento: fino a oggi 20 persone sono morte di fame, mentre continua, da parte dell’Isis, il divieto di accesso a beni e aiuti umanitari.


Nessuno può abbandonare la città e si vive come in un’enorme trappola senza via di uscita: il 70% degli abitanti sono donne e bambini che sono stati costretti a lasciare le loro case per vivere in rifugi temporanei. Allarmanti le condizioni all'ospedale di Deir Ezzor: nell'unico nosocomio pubblico rimasto mancano medicine, forniture e personale sanitario, mentre proliferano i casi di leishmaniosi e tifo a causa della scarsa igiene. «I casi gravi di malnutrizione si registrano in particolare tra i bambini. I numeri denunciati parlano di circa 15-20 persone morte di fame nel 2015, tra cui quattro bimbi - si legge in un rapporto di Medici senza frontiere - Tutte le scuole funzionano, però l'assenteismo è diffuso, visto che i bambini soffrono di frequenti svenimenti a causa della mancanza di cibo».


A circa 500 chilometri di distanza, a Madaya, si continua a morire di fame: gli aiuti umanitari giunti nella città, assediata da luglio delle forze di Bashar Assad, non riescono ad arginare l'emergenza. Nell’ultimo mese sono 32 le persone morte per la fame, cinque delle quali nell’ultima settimana, nonostante due consegne di aiuti da parte delle Nazioni unite. In città, secondo il report diffuso dall'Onu, un singolo biscotto si vende ancora per 15 dollari e il latte per bambini costa 313 dollari al chilo. Su 25 bambini sotto i 5 anni esaminati dal personale Unicef e dall'Organizzazione mondiale della sanità, 22 mostravano segni di malnutrizione "da moderata a grave". A Madaya sono 42mila le persone rimaste bloccate che non hanno la possibilità di lasciare l'area. In tutta la Siria, secondo l’Onu, sono 450mila: intrappolate in 15 località assediate e sotto il controllo del governo, dello Stato islamico o di altri gruppi di insorti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero