«Nel caso in cui lo Stato non attui le riforme concordate, la deviazione temporanea dall'obiettivo di medio termine non sarebbe più garantita» e «la mancata attivazione...
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Inoltre iIl concorso dei proventi da privatizzazioni alla riduzione prigrammatica del debito previsto dal Def 2015 è «inferiore» a quello cui fa riferimento la Relazione della Commissione europea sugli squilibri macroeconomici. Lo segnala il servizio Bilancio del Senato nel dossier sul Documento. Nel percorso di riduzione del debito nel quadriennio 2015-2018, riportano i tecnici, è previsto un «significativo concorso» dei proventi da privatizzazioni (rispettivamente 0,41, 0,5, 0,5 e 0,3% di Pil per una cifra di poco inferiore ai 30 miliardi di euro) ma nella Relazione della Commissione «si rileva come il programma di privatizzazioni, sebbene abbia subito ritardi di attuazione, dovrebbe registrare un'accelerazione nel 2015 e generare proventi pari allo 0,7% del Pil all'anno nel triennio 2015-2017». I tecnici del Senato ricordano come il conseguimento degli obiettivi programmatici legati alle privatizzazioni «non sia risultato esente da difficoltà negli ultimi anni» e che si è passati da una previsione del Def 2013 per il quinquennio 2013-2017 pari a circa 1 punto percentuale di Pil annuo, ad una, nel Def 2014, di 0,7 punti percentuali di Pil per ciascuno degli anni dal 2014 al 2017 (passato poi allo 0,3% per il 2014 nella Nota di aggiornamento). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero