Viterbo, decine di cartelle da Equitalia: fotografo si toglie la vita

Viterbo, decine di cartelle da Equitalia: fotografo si toglie la vita
Lo hanno trovato appeso ad una corda all'interno del suo negozio. Inutili gli immediati soccorsi. Per lui, purtroppo, non c'era più niente da fare. La salma di...

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Lo hanno trovato appeso ad una corda all'interno del suo negozio. Inutili gli immediati soccorsi. Per lui, purtroppo, non c'era più niente da fare. La salma di T.G., 61 anni, titolare di uno studio di ottica e fotografia a Tarquinia, è adesso presso la camera mortuaria dell'Ospedale della cittadina balneare a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il tragico rinvenimento è stato fatto ieri sera poco prima della chiusura del negozio che si trova proprio nei pressi del nosocomio tarquiniese.


Su cosa abbia spinto il fotografo, conosciutissimo e stimato in città per la sua professionalità, a togliersi la vita sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri che hanno anche sequestrato un biglietto che l'uomo, prima di mettere in atto l'estremo gesto, avrebbe lasciato ai famigliari per chiedere scusa e spiegarne i motivi.

Motivi legati alla grave crisi economica che l'aveva portato ad accumulare ingenti debiti con il fisco. Quelle cartelle di Equitalia gli avevano creato uno stato di insicurezza tale da farlo chiudere in se stesso. Gli amici si erano accorti che in lui c'era qualcosa che non andava, ma mai si sarebbero creduti che fosse arrivato a tanto.

Invece nel tardo pomeriggio di ieri il fotografo ha preso la corda, l'ha legata a una trave del soppalco del suo negozio e, dopo essersela passata intorno al collo si è lasciato andare. La notizia di quanto accaduto all'interno dello studio fotografico nella zona dell'ospedale si è diffusa in un baleno nella cittadina, dove T.G. era conosciutissimo, lasciando tutti increduli. L'uomo, sposato, aveva due figli.

Su quanto accaduto stanno facendo accertamenti i carabinieri della locale stazione che sono intervenuti sul posto subito dopo il rinvenimento.
Re. Vi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero