Damasco, duplice esplosione vicino a un santuario: almeno 60 morti

Almeno 60 persone sono morte e altre 100 sono rimaste ferite in seguito a tre esplosioni avvenute a Damasco. Lo riferiscono i media locali. L'attentato si è verificato...

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Almeno 60 persone sono morte e altre 100 sono rimaste ferite in seguito a tre esplosioni avvenute a Damasco. Lo riferiscono i media locali. L'attentato si è verificato vicino al Sayyidah Zainab Shrine, a sud della capitale, luogo di pellegrinaggio sciita.


In base a quanto si apprende, i terroristi hanno prima fatto esplodere un'autobomba vicino ad una stazione degli autobus: quando le persone si sono avvicinate per aiutare i feriti, due kamikaze si sono fatti saltare in aria. Gli attentati sono stati rivendicati dall'Isis.

Lo Stato islamico ha rivendicato il duplice attentato. Lo riferisce Al Jazeera. Il santuario fu già preso di mira nel febbraio del 2015, quando 4 persone morirono in due attacchi suicidi e altre 13 rimasero ferite vicino ad un checkpoint nello stesso quartiere. Nello stesso mese, un'esplosione su un bus sul quale viaggiavano pellegrini sciiti diretti al mausoleo di Sayyida Zeinab provocò 9 morti. L'attentato fu poi rivendicato dal gruppo armato di al-Nusra.

Il governo siriano ha fatto sapere che non accetterà mai la rimozione di due gruppi di combattenti islamici dalla lista delle organizzazioni terroristiche bandite dai colloqui sulla Siria in corso a Ginevra. Lo ha detto il ministro dell'informazione siriano Omar el Zoubi. Ahrar al-Sham e l'Esercito dell'Islam, hanno dato il loro consenso a partecipare ai colloqui sotto l'egida dell'Onu. Ahrar al Sham non fa parte della delegazione mandata a Ginevra, ma ha nominato come suo negoziatore Mohammed Alloush dell'Esercito dell'Islam.

Mentre tutti i partecipanti ai colloqui sono d'accordo sull'esclusione dal negoziato dei qaedisti del Fronte al Nusra e dei jihadisti dell'Isis, su questi altri due movimenti non c'è una visione comune. Il regime di Damasco e Mosca li vogliono fuori, mentre le altre componenti che combattono contro il regime di Damasco sono d'accordo sulla loro partecipazione nonostante le divergenze ideologiche.
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Il Messaggero