Hong Kong, genitori si rifiutano di finanziare le spese folli del figlio: lui li fa a pezzi e li mangia

Chau Hoi-leung
La famiglia non gli aveva mai fatto mancare nulla: studi all'estero, lezioni di pianoforte e una vita senza privazioni. Ma Chau Hoi-leung, 30 anni, si sentiva un pregiudicato....

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La famiglia non gli aveva mai fatto mancare nulla: studi all'estero, lezioni di pianoforte e una vita senza privazioni. Ma Chau Hoi-leung, 30 anni, si sentiva un pregiudicato.






E così quando i genitori gli hanno comunicato che avrebbero smesso di finanziare le sue spese pazze, lui li ha uccisi, li ha fatti a pezzi e li ha cucinati.



L'uomo ha attirato Chau Wing-ki, 65 anni, e Siu Yuet-yee, 62 nel suo appartamento di Hong Kong per una cena. La coppia era felice perché pensava che l'incontro avrebbe portato a una riappacificazione in famiglia. Infatti, dopo che i genitori gli avevano detto di andarsi a trovare un lavoro, il trentenne non aveva più voluto parlare con la sua famiglia. «Mi hanno abbandonato» diceva ad amici e parenti mentre già architettava la macabra vendetta.



Un omicidio premeditato da almeno tre mesi, secondo la Corte che si deve ancor pronunciare sul caso. L'uomo aveva comprato coltelli, frigoriferi e un microonde per conservare e cucinare i corpi. Come suo complice aveva chiamato un amico, Tse Chun-kei, 36 anni, che lo ha aiutato a compiere il delitto e a sezionare i cadaveri.



Quando i familiari delle vittime hanno denunciato la scomparsa dei coniugi, la polizia è andata immediatamente a casa del figlio. All'arrivo Chau Hoi-leung ha dichiarato che i genitori erano in partenza per la Cina per divertirsi un po', ma gli investigatori, che erano già a conoscenza dei brutti rapporti in famiglia, hanno voluto perlustrare la casa. Quando i detective sono entrati hanno trovato macchie di sangue sul pavimento, il tagliere utilizzato per smembrare i corpi era ancora in cucina. Varie parti del corpo erano in grossi sacchi, altre erano state cucinate con del riso. Le teste nel congelatore.



Chau ha confessato il delitto ma anche dichiarato di essere stato emotivamente colpito dall'abbandono dei genitori. «Era un bambino normale – ha raccontato Chan Sing-yiu, amico di Chau – i suoi problemi sono iniziati quando i suoi lo hanno costretto a imparare a suonare il pianoforte e si sono aggravati quando è andato a studiare in Australia. Si sentiva solo e discriminato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero