Domani e lunedì prossimo gli oltre 9mila giudici italiani sono chiamati alle urne per un appuntamento che condizionerà le prossime decisioni su politica,...
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Entrambi i voti sembrano destinati a cambiare profondamente i rapporti di forza tra i gruppi all'interno del Csm. Innanzitutto perché la maggioranza dei laici, tra i quali sarà scelto in seguito il vicepresidente, sarà indicata dai partiti che sostengono il governo, M5S (che nell'attuale Csm ha un solo consigliere) e Lega (ora priva di rappresentanti). E poi perché alle elezioni dei togati partecipano per la prima volta Autonomia e Indipendenza, l'ultima nata tra le correnti della magistratura, e il suo leader Piercamillo Davigo, che potrebbe bissare il clamoroso successo di due anni fa: candidato al parlamentino dell'Associazione nazionale magistrati, l'ex pm di Mani Pulite fu il primo degli eletti e così diventò il presidente del sindacato delle toghe. Attualmente il gruppo - nato da una scissione di Magistratura Indipendente e da cui è arrivata la più netta apertura di credito al nuovo esecutivo per il suo programma sulla giustizia - ha un solo consigliere a Palazzo dei marescialli (Aldo Morgigni, eletto però con M.I) a fronte dei 7 di Area (Il cartello delle correnti di sinistra) dei 5 di Unicost (Il gruppo di centro) e dei 3 di Magistratura Indipendente(tradizionalmente più a destra).
Davigo corre per la quota Cassazione, dove ha come concorrenti il sostituto Pg Carmelo Celentano (Unicost) e due colleghe Rita Sanlorenzo (Area), già segretario di Magistratura democratica, e Loredana Miccichè (M.I), in una competizione che vede complessivamente solo 6 donne su 20 candidati.
Il Messaggero