Costa Concordia, si cerca l'unico disperso: a vuoto il primo giorno di ricerche

Costa Concordia, si cerca l'unico disperso: a vuoto il primo giorno di ricerche
Il gigante d'acciaio non tiene conto dei sentimenti. Almeno per ora. Il relitto della Concordia, "imprigionato" alla diga...

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Il gigante d'acciaio non tiene conto dei sentimenti. Almeno per ora.




Il relitto della Concordia, "imprigionato" alla diga foranea del porto di Pra-Voltri a Genova, non rivela ancora se i resti del cameriere indiano Russel Rebello sono lì, come spera il fratello Kevin per potergli dare «una degna sepoltura».



È andata a vuoto la prima giornata di ricerche dell'unico disperso del naufragio, la 32/ma vittima, un trentenne generoso che si è sacrificato per salvare chi rischiava la vita. «Ma andremo avanti per tutto il mese di agosto», dice l'ammiraglio Melone, il comandante della Capitaneria di porto di Genova al quale il prefetto Franco Gabrielli, responsabile della protezione civile, ha affidato il compito delle ricerche.



Tutto è pianificato nei minimi dettagli: riunioni, attrezzature, mappe, tute anti contaminazione, imbracature perchè è vero che ponti e corridoi del relitto sono quasi completamente integri, ma l'inconveniente può sempre comparire. A terra è stato organizzato un presidio permanente del 118 con un medico e un infermiere e una tenda di decontaminazione. In acqua ci saranno altri operatori pronti a soccorrere i ricercatori qualora dovessero cadere in mare.



Si cerca in ogni spazio perchè la missione, ora che il gigante d'acciaio con la pancia squarciata ha navigato dal Giglio a Genova senza problemi, è trovare Russel. Si comincia presto, la mattina. Prima a lezione dai vigili del fuoco in un briefing operativo, poi le ricerche.



Intorno alle 12 le prime squadre hanno cominciato a lavorare. Mentre i militari della Guardia Costiera, dei Carabinieri e della Guardia di finanza si sono concentrati sui ponti 3 e 4, completamente emersi, i sommozzatori dei Vigili del fuoco di Genova, a cui si sono aggiunti anche esperti del dipartimento di Roma, e i palombari del Gruppo Operativo Subacquei della Marina, hanno compiuto un sopralluogo sui ponti 2 e 1, ancora sommersi, per pianificare le attività di ricerca subacquea in sicurezza. Il pericolo maggiore è rappresentato dalle cavità degli ascensori e dalle scale. Gli addetti operano con dispositivi di protezione individuale per prevenire contaminazioni.



Le ricerche vengono condotte con molta scrupolosità, con mappa alla mano e secondo accurate e meticolose procedure, studiate per ispezionare ogni spazio. Ad ogni squadra è assegnata una zona e al termine di ogni ispezione il Capo squadra riferisce l'esito al coordinatore sul posto delle ricerche.



Sono 50 gli uomini impegnati ogni giorno, divisi in tre o sei squadre. Le ricerche si sono concluse alle 17.00. Domani si torna a bordo. Si cerca ancora. E Kevin, che ieri ha visto la Concordia da vicino, spera che il gigante d'acciaio riconsegni suo fratello.
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Il Messaggero