È tornato in Tribunale a Milano per il processo d'appello sull'ormai nota vicenda dei soldi in contanti, trovati anche in un controsoffitto, mano nella mano con la...
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Corona, invece, davanti a telecamere e cronisti prima dell'inizio dell'udienza ha ripetuto che è convinto «di vincere la battaglia» in appello, dopo che, tra l'altro, in primo grado il Tribunale, un anno fa, aveva cancellato le accuse principali, tra cui l'intestazione fittizia di beni, su quei circa 2,6 milioni di euro in contanti e lo aveva condannato a un solo anno per un illecito tributario, mentre la Dda aveva chiesto 5 anni. La stessa Dda, però, ha fatto ricorso in appello. «È un appello vergognoso - ha attaccato Corona fuori dall'aula - ora posso parlare alla stampa ed è un punto a favore in più per me (per l'allargamento delle prescrizioni dell'affidamento in prova, ndr), è un appello assurdo quello firmato dalla Procura, pieno di bugie che sono anche querelabili». E ancora: «Io mi difendo da solo, l'ho imparato in anni di galera, sono preparatissimo». Spazio anche per lanciarsi in qualche abbozzo di giudizio politico: «Con questo presidente del Consiglio e questi ministri che ci sono, il ministro posso farlo anche io». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero