Corea del Nord riaccende reattore nucleare a plutonio: «Può essere impiegato per armi atomiche»

Corea del Nord riaccende reattore nucleare a plutonio: «Può essere impiegato per armi atomiche»
La Corea del Nord potrebbe presto avere il plutonio necessario per costruire una bomba. A lanciare l'allarme il numero uno dell'intelligence Usa James Clapper, spiegando...

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La Corea del Nord potrebbe presto avere il plutonio necessario per costruire una bomba. A lanciare l'allarme il numero uno dell'intelligence Usa James Clapper, spiegando come Pyongyang ha riacceso già da tempo il reattore nucleare nel sito di Yongbyon, a nord della capitale. Il timore è che tale impianto sia in grado di fornire, «nel giro di mesi se non di settimane», tutto ciò che serve per costruire un ordigno nucleare. Clapper lo ha detto chiaramente nel corso di un'audizione davanti al Congresso, aggiungendo che il regime di Kim, nonostante i moniti della comunità internazionale e il rischio di sanzioni, va avanti nella realizzazione del suo sistema di missili balistici intercontinentali.
Come del resto dimostrano gli ultimi lanci di razzi a lunga gittata che spaventano molti Paesi, compresi gli Stati Uniti. I missili in questione infatti - ha confermato Clapper - rappresentano «una minaccia» anche per la costa occidentale degli Usa. Non rassicurano nemmeno gli esperti: secondo loro, una volta che la centrale di Yongbyon diventerà pienamente operativa avrà la capacità di produrre la quantità di plutonio necessaria per realizzare una bomba all'anno. Intanto, a preoccupare è anche la conferma da parte di fonti del Pentagono che il satellite lanciato di recente da Pyongyang avrebbe raggiunto con successo l'orbita terrestre. Anche se - affermano le stesse fonti - ruoterebbe intorno al pianeta del tutto fuori controllo. Il regime lo ha descritto come un satellite per l'osservazione della produzione agricola. E se all'Onu si vive ancora una volta una fase di stallo, col Consiglio di sicurezza unito nella condanna ma diviso sul da farsi, molto attiva è la Casa Bianca, col presidente Barack Obama che nelle ultime ore ha avuto nuovi colloqui telefonici con il premier giapponese Shinzo Abe e con la presidente sudcoreana, Park Geun-hye.


Telefonate in cui è stata ribadita la necessità di «una risposta internazionale forte e unitaria» di fonte alle provocazioni di Pyongyang. Concetto ribadito anche nelle telefonate che il segretario di Stato John Kerry e il capo del Pentagono Ash Carter hanno avuto con i loro omologhi di Giappone e Corea del Sud. L'amministrazione Obama, però, sarebbe sempre più decisa ad agire anche unilateralmente con nuove sanzioni e proseguendo i negoziati con Seul per il dispiegamento di uno scudo missilistico in grado di intercettare i razzi nordcoreani anche ad elevata altitudine. «Faremo ogni passo necessario per difendere i nostri alleati», ha ripetuto Obama, sottolineando come violazioni così gravi delle risoluzioni Onu non possano rimanere impunite. Anche perchè il vero timore di Washington è che Pyongyang possa vendere la sua tecnologia ad altri Paesi mediorientali o - ancor più inquietante - direttamente a gruppi terroristici.
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Il Messaggero