Corea del Nord, omicidio di Kim Jong Nam: a processo le donne del mistero

Corea del Nord, omicidio di Kim Jong Nam: a processo le donne del mistero
Arrivano a processo delle due donne sospettate dell'omicidio di Kim Jong Nam, il fratellastro del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Oggi un giudice malese ha fissato la prima...

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Arrivano a processo delle due donne sospettate dell'omicidio di Kim Jong Nam, il fratellastro del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Oggi un giudice malese ha fissato la prima udienza per il 2 ottobre prossimo. Doan Thi Huong, una 29enne vietnamita, e Siti Aishah, indonesiana di 25 anni, sono apparse davanti alla Corte suprema di Kuala Lampur, indossando giubbotti antiproiettile e scortate da polizia armata. Secondo l'accusa, le donne avrebbero gettato sul viso dell'uomo una sostanza chimica altamente tossica mentre Kim Jong Nam si trovata all'aeroporto internazionale della capitale malese, a febbraio. Se giudicate colpevoli, potrebbero essere condannate alla pena di morte. Le due - a suo tempo indicate un po' come donne del mistero - hanno più volte spiegato di essere state ingannate circa lo scopo dell'attacco, che pensavano fosse parte di uno scherzo televisivo.


«Non si vede Siti Aishah lanciare nulla, ma solo andare via», ha affermato l'avvocato di Aishah, Soon Seng, riferendosi ai filmati di videosorveglianza pubblicati dai media giapponesi dopo l'assassinio e presentati oggi dalla polizia agli avvocati della difesa. «È una ragazza semplice dell'Indonesia», ha aggiunto, sostenendo che, prima del suo arresto, era stata una massaggiatrice al Flamingo Hotel a quattro stelle di Kuala Lumpur. L'avvocato di Doan, Hisyam Teh Poh Teik, ha riferito che la sua cliente, un'attrice, sta «bene» e ha insistito che «per il sistema giudiziario della Malesia si è innocenti fino a prova contraria».  Entrambi gli avvocati hanno affermato che non si sarebbe dovuto permettere a quattro nordcoreani, che hanno lasciato la Malesia immediatamente dopo l'omicidio, di andare via. «Crediamo che i principali sospetti siano loro e, se fossero arrestati, sarebbe tutto molto più semplice», ha detto Gooi. L'agente chimico usato, il gas nervino, è classificato come un'arma di distruzione di massa dalle Nazioni Unite.
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Il Messaggero