Sono già un milione in tutto il mondo le donne in dolce attesa che hanno scelto di sottoporsi al G-Test per controllare la salute del loro bambino. Si tratta infatti di un...
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Il G-Test, oggi disponibile in oltre 62 Paesi, si distingue da altri test simili per alcune «caratteristiche uniche», come spiega il prof. Giuseppe Novelli, Genetista e Rettore dell'ateneo di Tor Vergata: può infatti contare su «la filiera corta e Made in Italy». «Il campione di sangue materno non compie lunghi viaggi intercontinentali - continua - che potrebbero deteriorarlo a causa della lunga durata e danneggiarlo a causa dei controlli di dogana cui è sottoposto mediante il metal detector». Nel caso del G-Test invece il campione non lascia mai i laboratori del Dipartimento di Biologia dell'università romana, dove viene analizzato dai biologi di Bioscience Genomics e refertato dai genetisti dell'ateneo.
Non solo, perché il G-Test ha il tasso più basso di "falsi positivi" rispetto ad altre metodiche simili. Uno strumento sicuro e non invasivo per le future mamme, "made in Rome". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero