Conti pubblici, il governo chiede tempo. Sul tavolo la stretta all'evasione Iva

Conti pubblici, il governo chiede tempo. Sul tavolo la stretta all'evasione Iva
ROMA Una risposta che innanzitutto spiega le ragioni per cui gli obiettivi di riduzione di debito e deficit sono più faticosi da raggiungere, affronta anche le ulteriori...

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ROMA Una risposta che innanzitutto spiega le ragioni per cui gli obiettivi di riduzione di debito e deficit sono più faticosi da raggiungere, affronta anche le ulteriori criticità emerse in seguito alla serie di terremoti ed indica poi una serie di direttrici di intervento, dal recupero dell'evasione fiscale alla riduzione di alcune spese. La lettera italiana alla commissione europea partirà oggi, ultimo giorno disponibile: la volontà del governo è di non rompere con Bruxelles ma semmai di guadagnare tempo, proseguendo una discussione che a questo punto potrebbe avere come riferimento temporale quello di aprile, quando sarà presentato il Documento di economia e finanza. Al momento non sarebbe previsto uno specifico provvedimento legislativo d'urgenza; alcune misure potranno comunque essere attuate in via amministrativa. Eventualmente un decreto può arrivare più in là, in primavera, sempre che la legislatura non si concluda anticipatamente.


IL DEBITO
L'obiettivo del ministero dell'Economia resta quello annunciato da Pier Carlo Padoan nei giorni scorsi: evitare che venga aperta una procedura per deficit eccessivo che al di là della sua rilevanza sul piano delle regole europee avrebbe effetti del tutto indesiderabili per la credibilità della Repubblica italiana come debitore costretto ad emettere ogni anno oltre 400 miliardi di titoli. Gioca a sfavore anche il contesto in cui la ripresa dell'inflazione ed il fattore Trump spingono verso l'alto i tassi di interessi globali. Per la Bce sarà inevitabile avviare una riduzione del Quantitative easing e un eventuale procedura aperta certo non rafforzerebbe la posizione del nostro Paese.
Insomma una lettera «di buon senso», come l'ha definita il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia. Nella quale non troveranno posto misure di carattere recessivo. Dunque sarà menzionato sul lato delle entrate il rafforzamento delle misure anti-evasione, a partire dall'allargamento a nuovi settori del cosiddetto reverse charge (inversione contabile, il meccanismo per cui l'obbligo di versare l'Iva passa a carico dell'acquirente). Ci potrebbe essere un accenno anche alla tassa per i colossi del web, che l'Italia ha finora rinunciato ad attuare in attesa di una regolamentazione europea. E qualche ulteriore margine può arrivare anche da una stima più generosa del gettito della voluntary disclosure, la seconda operazione di rientro dei capitali. Il quadro poi può essere completato da micro-interventi sulle accise relative ai carburanti o alle sigarette.

I PALETTI
Anche per quanto riguarda la spesa lo spazio di intervento è limitato e potrà comprendere solo misure indolori sui bilanci del ministeri o spostamenti di fondi. Più complicato sul piano della politica interna sarebbe ipotizzare anche solo un rinvio dell'Ape, lo strumento di flessibilità pensionistica il cui debutto è previsto per il primo maggio.

Resta da vedere naturalmente se la commissione accetterà quella che di fatto si prospetterebbe come una trattativa prolungata. La scadenza del primo febbraio era stata originariamente fissata come ultimo giorno utile per permettere alle strutture tecniche europee di includere i conti italiani eventualmente aggiornati nelle proprie previsioni economiche di febbraio. L'esecutivo Gentiloni potrebbe però usare come argomento il fatto che le catastrofi naturali stiano producendo i propri effetti ancora in questi giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero