Non lo ha firmato il palermitano Nino Di Matteo, quello del processo sulla trattativa Stato-Mafia, il programma sulla giustizia contenuto nel contratto do governo tra M5S e Lega....
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Naturalmente, le parole dell'eroe-sceriffo suscitarono applausi ed ovazioni nella platea giustizialista. E i contenuti di quelle parole erano i seguenti: servono più intercettazioni telefoniche; va abolita la prescrizione dei processi; va introdotto il cosiddetto agente provocatore, sotto copertura, per scoprire i corrotti; si deve mettere mano a una riforma del Csm che dia più peso ai membri togati che ai laici. E riecco il tutto - con l'aggiunta del principio che chi riceve un avviso di garanzia deve automaticamente dimettersi - nel contratto grillo-leghista. Che di sicuro non è stato scritto da Beccaria. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero