Il Presidente della Repubblica non si rassegna all'impasse che si è determinata in Parlamento sui due giudici da mandare alla Consulta e sul componente laico per il Csm e...
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Il «vero problema» per i Dem, infatti, si ribadisce, sarebbe che il nome di Violante «venisse rimosso» da qualcuno, come atto di imperio, o che lui stesso abbandonasse il campo «in modo polemico» perchè non si sa come potrebbe reagire la minoranza Pd e tutti quelli che sinora lo hanno sostenuto. Ma trovare il nome di una donna che riesca ad avere requisiti analoghi a quelli di Violante o che sia in grado di riscuotere tanti consensi in un Parlamento così frazionato non è impresa facile.
Berlusconi assicura che sono già stati «selezionati 12 curricola e che avrebbe affidato una rosa di tre nomi» di possibili candidate ai capigruppo, Paolo Romani e Renato Brunetta, affinchè questi li sottopongano al vaglio delle altre forze politiche con le quali è in corso la trattativa. E anche nel Pd, assicura Lorenzo Guerini, si «sta lavorando per trovare una soluzione di alto profilo che permetta di superare l'impasse parlamentare».
Nell'attesa, il M5S avrebbe chiesto durante la Conferenza dei capigruppo alla Camera «un po' più di tempo» prima della riconvocazione del Parlamento in seduta comune perché si starebbe lavorando «ad una candidatura unitaria». I pentastellati, infatti, ribadiscono di essere pronti a votare «candidature autorevoli» e fuori dai giochi politici, rivendicando «il merito» di aver messo «Violante fuori dai giochi».
«Ci sono volute 20 fumate nere e settimane di stallo - scrive Beppe Grillo sul suo blog - ma alla fine la maggioranza ha ammesso ciò che il M5s ha sostenuto fin dall'inizio: i nomi fatti dalla maggioranza per la Corte Costituzionale, evidentemente anche questi figli del Patto siglato al Nazareno tra Renzi e Berlusconi, erano improponibili».
Il Messaggero