Cina, congresso del Partito Comunista in vista: Xi fa tacere gli attivisti

Cina, congresso del Partito Comunista in vista: Xi fa tacere gli attivisti
La Cina si appresta a celebrare il grande rito del congresso del Partito comunista, che mercoledì apre i lavori del suo 19/mo congresso. Per comprenderne la portata bisogna...

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La Cina si appresta a celebrare il grande rito del congresso del Partito comunista, che mercoledì apre i lavori del suo 19/mo congresso. Per comprenderne la portata bisogna fare un salto indietro di 5 anni e tornare alla

prima uscita pubblica del Comitato permanente del Politburo uscente guidato da Xi Jinping: fu fatta al Museo Nazionale su piazza Tiananmen di fronte alla Grande Sala del Popolo. In quell'occasione, Xi parlò per la prima volta del «sogno cinese» che «racchiude i desideri a lungo accarezzati, di molte generazioni, incarna gli interessi generali, rappresenta le aspirazioni condivise di tutti i figli e le figlie della Cina». 

Mercoledì i 2.287 delegati, in rappresentanza degli 89.450.000 iscritti del Partito, si ritroveranno per discutere
le linee generali del prossimo quinquennio (e oltre) per «dare continuità» - hanno scritto i media ufficiali - al percorso iniziato. Sui sette componenti del Comitato permanente del Politburo, uno degli organi chiave da rinnovare, 5, tranne Xi e il premier Li Keqiang, non hanno superato i limiti taciti d'età e sono dati come certi per almeno un altro quinquennio.

Intanto Pechino non vuole sorprese. Così mentre Xi Jinping si prepara per un altro storico dsicorso, gli agenti della sicurezza si sono spostati in tutto il paese per soffocare qualsiasi accenno di dissenso che possa rovinare la solennità del Congresso.


Primo tra tutti a ricevere la visita dei membri del vasto apparato per il "mantenimento della stabilità" cinese è stato l'attivista per i diritti umani Yu Wensheng. Il loro messaggio: rimanere in silenzio e obbedire. «Mi hanno detto che non devo rilasciare interviste e mi hanno chiesto di firmare una lettera di impegno per garantire che non creassi problemi», ha raccontato l'avvocato, che è soltanto uno delle centinaia, forse migliaia, di attivisti messi sotto pressione in occasione del Congresso. Come riporta il quotidiano britannico 'Guardian' molti critici, come Yu, sono stati posti sotto una maggiore sorveglianza ed è stato ordinato loro di mantenere un profilo basso. «Sono sotto serio controllo. Posso sentire la tensione», ha detto l'avvocato, che ha sostenuto di essere stato torturato durante i tre mesi in cui è stato detenuto nel 2015.
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Il Messaggero