Con un invito ad andare avanti «con forza sulla strada delle riforme», perchè solo così possiamo «tornare ad essere un Paese autorevole»,...
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Si preannuncia quindi un sì. Anche se ogni valutazione sarà comunque discussa e condivisa in ossequio all'idea di «casa comune» che Boccia ha di Confindustria: una casa «inclusiva e aperta». Gli applausi dell'assemblea annuale degli industriali sottolineano che oggi nel Governo c'è anche un interlocutore come Carlo Calenda (ministro dello Sviluppo da meno di due settimane, anche per lui è un debutto) che conosce bene via dell'Astronomia, dove ha lavorato con il presidente Montezemolo, e che nell'impegno al ministero per l'internazionalizzazione delle imprese è stato un alleato apprezzato. Dal palco Calenda garantisce: lavoreremo insieme, «non esiste in un Paese moderno la possibilità di fare politica industriale se non con le imprese e per le imprese», per il rilancio della produttività serve «una assunzione di responsabilità condivisa tra industria e Governo».
Uno strappo al rigido protocollo, l'intervento del ministro Dario Franceschini, sottolinea invece l'attenzione del nuovo leader degli industriali per il binomio «cultura e industria» come driver per lo sviluppo. In sala anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Nell'agenda lasciata da Giorgio Squinzi tra i temi aperti c'è la sfida sulla riforma dei contratti. Boccia avverte i sindacati: quando si riaprirà il confronto la «bussola» di Confindustria sarà «lo scambio tra salario e produttività» e la contrattazione aziendale «la sede dove realizzarlo». Intanto Federmeccanica farà da apripista al tavolo per i metalmeccanici: «Adesso non si può interferire sui rinnovi aperti». Il contesto è ancora quello di una economia che «è senza dubbio ripartita. Ma non è in ripresa», di una «risalita modesta, deludente». «Molto è stato fatto, a cominciare dal mercato del lavoro, dal fisco, dalla scuola, dalla P.a», riconosce Boccia, ma bisogna andare avanti e «il tempo è cruciale».
La zavorra del fisco è un cavallo di battaglia degli industriali, come il pressing sul governo (che c'è nei contenuti, senza bacchettate e senza alzare i toni): «Nella gestione del bilancio pubblico non chiediamo scambi nè favori, chiediamo politiche per migliorare i fattori di competitività», «un programma certo da realizzare in quattro anni», «certezza e stabilità», «manovre di qualità», chiede Boccia. Sul fronte tasse la richiesta degli industriali è di «spostare il carico fiscale», alleggerirlo su lavoro e imprese e aumentarlo «sulle cose», e di «abbattere le aliquote» con le risorse della revisione degli sconti fiscali e della lotta all'evasione. Le prime parole di Boccia come presidente sono per sottolineare l'emozione «immensa» e la responsabilità «altissima»; il saluto al presidente della Repubblica, il riconoscimento a Giorgio Squinzi per «l'esempio» che «lascerà »un'impronta«. E il grazie affettuoso« al padre Orazio, il tipografo protagonista del sogno che ha fatto della salernitana Arti Grafiche Boccia una realtà industriale leader: L'emozione più grande è vederti seduto in platea, davanti a me, e pensare da dove sei partito.
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Il Messaggero