Tangenti sui lavori per le paratie del lago di Como: 4 arresti

Tangenti sui lavori per le paratie del lago di Como: 4 arresti
I militari del nucleo di polizia Tributaria della Gdf di Como stanno eseguendo quattro provvedimenti cautelari emessi dal gip di Como nell'ambito delle indagini relative agli...

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I militari del nucleo di polizia Tributaria della Gdf di Como stanno eseguendo quattro provvedimenti cautelari emessi dal gip di Como nell'ambito delle indagini relative agli appalti per la costruzione delle paratie di contenimento del lungolago di Como, le cosiddette «Minimose». Perquisizioni nelle province di Como e Torino.


Al termine delle indagini coordinate dal pubblico ministero Pasquale Addesso, il gip ha emesso quattro ordinanze di custodia cautelare, delle quali due in carcere nei confronti di un dirigente del Comune di Como (per i reati di abuso in atti d'ufficio, turbativa nella scelta del contraente e corruzione), e di un architetto libero professionista comasco (per il reato di corruzione). Altri due indagati sono stati posti agli arresti domiciliari: si tratta di un altro dirigente del Comune di Como (per i reati di abuso in atti d'ufficio e turbativa nella scelta del contraente) e di un imprenditore edile della provincia (per il reato di turbata libertà degli incanti).

Gli arrestati in carcere sono Pietro Gilardoni, dirigente del Settore «Reti tecnologiche, Strade, Acque e Arredo Urbano» del Comune di Como e Roberto Ferrario, imprenditore referente dell'azienda Imothep S.r.l. Antonio Ferro, dirigente del Settore «Grandi opere», poi «Opere pubbliche e manutenzione edilizia comunale» del Comune di Como e Giovanni Foti, titolare e consigliere delegato della impresa edile Foti srl di Bulgarograsso (Como) sono stati posti ai domiciliari. Le indagini si sono sviluppate con intercettazioni e acquisizione di documenti che hanno accertato, spiegano gli inquirenti, «episodi di turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreti di ufficio e corruzione contestati agli alti funzionari del Comune di Como ed agli imprenditori».

Vi sono altri indagati a piede libero: dovrebbero essere complessivamente una decina. L'inchiesta era nata per fare luce sulle presunte irregolarità nella redazione e nella gestione delle varianti del progetto paratie, l'opera pubblica iniziata nel 2008 e bloccata dal 2012 che avrebbe dovuto proteggere la città di Como dalle esondazioni del lago. Al progetto paratie si riferiscono tuttavia solo alcune delle accuse mosse ai dirigenti comunali Pietro Gilardoni e Antonio Ferro. L'episodio di corruzione contestato e i due casi di turbativa d'asta che vedono coinvolti Roberto Ferrario, libero professionista in campo edilizio (in custodia cautelare per corruzione) e l'imprenditore edile Giovanni Foti (ai domiciliari per turbativa d'asta e rivelazione segreti d'ufficio), sono stati scoperti nel corso delle indagini grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate dalla Guardia di Finanza nell'ufficio di Gilardoni in Comune a Como.

La presunta corruzione riguarda una consulenza che Ferrario ha affidato al dirigente pubblico Gilardoni per sbloccare i lavori di allargamento di una strada pubblica, lavori necessari per l'avvio di un intervento edilizio privato: consulenza da 14.000 euro, 4.000 dei quali sono stati versati con bonifico sul conto del dirigente. Gilardoni è poi accusato di avere rivelato all'imprenditore edile Foti informazioni sulle imprese partecipanti a due gare pubbliche di appalto per la riqualificazione di due piazze cittadine, informazioni attraverso le quali Foti è riuscito ad ottenere un subappalto da 90 mila euro. Il dirigente comunale è poi accusato di avere predisposto un bando di gara d'appalto per una progettazione congiuntamente a un ingegnere libero professionista che poi si è aggiudicato l'incarico.


Gli esiti delle indagini «hanno altresì rimarcato la sussistenza, ravvisata anche dal giudice per le indagini preliminari, di un concreto pericolo di reiterazione criminosa» «Con l'esecuzione dei provvedimenti - scrive in una nota il procuratore di Como, Nicola Piacente - e con il prosieguo dell'attività di indagine, la Procura della Repubblica (memore altresì del principio di presunzione di innocenza, ai sensi dell'art. 27 della Costituzione) intende accertare e perseguire condotte illecite, senza interferire indebitamente con la futura attività della Pubblica Amministrazione né tanto meno condizionarne l'operato, con riferimento alla auspicabile legittima progettazione, realizzazione e completamento di una efficace difesa a fronte delle esondazioni del Lago di Como e delle altre opere pubbliche oggetto della presente inchiesta».

L'indagine è stata svolta con «la preziosa collaborazione da parte di Anac», l'Autorità anticorruzione diretta da Raffaele Cantone a cui stamani è giunta comunicazione degli arresti. «L'Anac - scrivono gli inquirenti in una nota - su iniziativa del Comune di Como era stata destinataria di una richiesta di procedere a verifica del progetto relativo alla terza variante dei lavori di Realizzazione opere di difesa della esondazione del lago di Como nel comparto Piazza Cavour-Lungolago, avviando un procedimento di vigilanza e dopo avere aperto una formale istruttoria, aveva dichiarato, all'esito della istruttoria, detta variante inammissibile».

Le paratie sul lungolago di Como sono da anni al centro delle polemiche tanto che, nelle settimane scorse, il quotidiano La Provincia di Como aveva dato il via a una campagna per cercare di sbloccare la vicenda della passeggiata a lago, uno dei posti più caratteristici d'Italia, chiusa dal 2008 appunto per la realizzazione delle paratie anti esondazione. L'opera era stata interrotta più volte e bloccata dal 2012, mentre avevano avviato procedimenti sia la Procura della Repubblica, sia la Corte dei conti.


«I bambini comaschi non hanno mai visto il lungolago - scriveva La Provincia -. Il nostro giornale vuole trovare una soluzione, senza perdere troppo tempo a fare la conta delle responsabilità e delle colpe, e vuole catalizzare un sano, motivato, simpatico e costruttivo senso di rivolta che smuova e sgorghi la palude». I lettori avevano trovato in edicola cartoline con immagini del cantiere: l'invito era quello di firmarle e riconsegnarle all'edicolante. Il giornale raccoglierà tutte le cartoline e le recapiterà direttamente a Palazzo Chigi al premier Matteo Renzi. La campagna «Salviamo il lago» si avvale anche di messaggi e selfie.
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Il Messaggero