Un impianto turistico da sogno a Villasimius, in una delle zone più belle della costa cagliaritana, poi villini, hotel e piscine, tutto costruito in buona parte con i soldi...
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Ci sono i nomi dell'europarlamentare di Forza Italia Salvatore Cicu, dell'ex sindaco di Sestu Luciano Taccori e dell'attuale consigliere comunale dello stesso centro Paolo Cau, entrambi di Fi, oltre a quello del consigliere regionale campano Luciano Passariello (Fdi) tra i 17 indagati nell'inchiesta della Dda di Cagliari sul riciclaggio di denaro sporco nell'isola, che oggi ha portato al sequestro di beni per oltre 20 milioni di euro in Lazio, Campania e Sardegna.
Tra i sequestri spicca il complesso turistico «S'Incantu» a Villasimius, creato dalla società sarda «Tu.Ri.Cost. Srl» che inizialmente aveva sede legale a Sestu. Gli altri indagati sono di Napoli, Caserta e Avellino. Le accuse, a vario titolo, sono riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro e beni di provenienza illecita e turbativa d'asta. Le indagini della Guardia di finanza del Gico di Cagliari e della Procura sono partite nel 2010 e si sono concentrate sulla «Tu.Ri.Cost.» ricostruendone tutte le fasi, dalla creazione della Srl al passaggio nelle mani dei clan camorristici, fino alla costruzione e apertura del resort a Villasimius.
Nel 2001 viene creata la società con Ad Paolo Cau e finanziatori occulti, secondo l'accusa, Cicu e l'allora sindaco di Sestu. Con un investimento di circa 750mila euro la «Tu.Ri.Cost.» riesce a comprare alcuni terreni edificabili a Villasimius, in cui costruire il futuro complesso turistico alberghiero. Ma a causa dei problemi economici di uno dei tre, si cercano nuovi soci. Secondo quanto ricostruito dalla Finanza, inizialmente si fa avanti Passariello che avrebbe pagato una cospicua somma di denaro per entrare nella società, ma poco dopo desiste.
In questa fase si fanno avanti altri personaggi campani, in qualche modo vicini agli ambienti dei clan dei Casalesi e D'Alessandro, che decidono di prelevare tutte le quote societarie. In Sardegna arriva poi un personaggio legato ai clan, Gennaro Chierchia - ucciso nel 2010 in un agguato a Gragnano, nel napoletano - il quale, dicono gli investigatori, avrebbe consegnato ai soci 400mila euro in contanti, una parte del denaro che sarebbe servita per pagare le quote della «Tu.Ri.Cost.», un'operazione costata complessivamente 1,030 milioni di euro.
Di quei 400mila euro, 270mila sarebbero stati divisi tra i tre soci, gli altri 130mila invece sarebbero andati a Passariello per pagare il mancato profitto nell'investimento.
Il Messaggero