ROMA Legge elettorale e poi le elezioni, non serve un nuovo governo. Questa la posizione del Movimento Cinquestelle, che domani andrà da Sergio Mattarella per le...
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LE TAPPE
Domani la delegazione pentastellata va da Mattarella: tocca ai capigruppo Luigi Gaetti e Giulia Grillo. Non ci sarà una terza figura di spicco, un possibile candidato premier che possa già essere famigliare agli elettori. Così, pur rinunciando alle consultazioni, Luigi Di Maio si è portato avanti con il lavoro e, da leader, ha dettato il sunto di quanto verrà detto a Mattarella: «Non serve un governo per fare una legge elettorale. Renzi si è dimesso: resta in carica per forza per gli affari correnti, il Parlamento mette in calendario la legge elettorale, si fa, si aspetta la sentenza della Consulta e si va a votare». Dunque Renzi può rimanere per sbrigare l'ordinaria amministrazione, ha detto Di Maio che ha intuito che le elezioni non sono proprio dietro l'angolo e che riavviare la macchina elettorale non è semplicissimo. I vertici stanno studiando uno speciale voto online per scegliere il candidato premier, ma stavolta la griglia, che nel gergo delle selezioni on line per le elezioni amministrative testa il candidato e la sua preparazione, potrebbe rivelarsi pericolosissima. Si potrebbe correre il rischio di bruciare volti e aspettative, anche perché sono già spuntate autocandidature eccellenti come quella di Roberto Fico.
«Il candidato premier del MoVimento 5 Stelle sarà un portavoce che proporrà agli italiani il programma di governo votato in Rete» ha precisato ieri il blog di Grillo che ieri è intervenuto per la prima volta pubblicamente per smentire l'esistenza di correnti confermate però in un'intervista a La Stampa di Roberta Lombardi. La deputata romana, finita nella bufera pure per aver ravvisato certe dinamiche di Mafia Capitale ancora presenti in Campidoglio (ostretta a rettificare citando le parole della sindaca in Antimafia), ha confessato senza tanti giri di parole che Fico e Di Maio hanno due visioni diverse di Movimento.
LE POLEMICHE
Parole che hanno scatenato un putiferio tanto da costringere Beppe Grillo e Davide Casaleggio a scendere in campo e, dopo la fase del direttorio, a inaugurare la fase del Termidoro pentastellato. «Chi vuole partecipare alla scrittura del nostro programma si legge sul blog - lasci da parte le questioni personali e si rimbocchi le maniche. Altrimenti si faccia da parte». Un'ammonizione tradotta così da chi conosce la prima versione del post: «La prossima volta siamo pronti a far intervenire i probiviri per far scattare le sanzioni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero