L'Assemblea Nazionale del popolo cinese ha adottato oggi la legge, attesa dallo scorso ottobre, che autorizza le coppie ad avere due figli, chiudendo così l'era...
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Il 29 ottobre scorso la stessa agenzia ufficiale, Nuova Cina, annunciò l'imminente novità con un comunicato di poche righe che a sua volta citava il documento conclusivo della quinta riunione plenaria del comitato centrale comunista. La Cina, scrisse l'agenzia senza tuttavia fornire dettagli sui tempi, «applicherà pienamente una politica che consentirà alle coppie di avere due figli in risposta all'invecchiamento della popolazione».
Le autorità avevano finora sempre difeso con decisione la legge del figlio unico, sostenendo che dal 1979, quando fu varata, ad oggi aveva permesso di contenere la crescita della popolazione che altrimenti sarebbe stata superiore di 400 milioni di persone a quella attuale. Ma, soprattutto nelle province, le autorità hanno compiuto negli anni abusi terribili, come aborti forzati, licenziamenti e pestaggi, che in alcuni casi hanno portato alla morte delle vittime. Inoltre la norma aveva creato uno squilibrio demografico di genere, a causa degli aborti selettivi delle coppie che preferivano avere un figlio maschio, che ha portato - secondo gli esperti - a 20-30 milioni di giovani uomini che non potranno trovare moglie.
Parallelamente, l'Assemblea nazionale del popolo ha adottato a maggioranza la prima legge del Paese contro le violenze domestiche che conferisce protezione legale alle vittime di abusi tradizionalmente tenuti sotto silenzio. La nuova norma definisce formalmente le violenze domestiche - fisiche, verbali e di limitazione delle libertà - e snellisce le procedure per ottenere ordini restrittivi.
L'Assemblea Nazionale del popolo ha inoltre adottato all'unanimità la prima legge anti-terrorismo del Paese per affrontare il terrorismo in patria e contribuire alla sicurezza mondiale. Prima d'ora, la Cina non aveva una legge specifica: il terrorismo ricadeva nell'ambito generico di leggi sul crimine e procedura penale e di emergenza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero