Strade piene di sigarette e gomme, arrivano le multe per chi sporca

Strade piene di sigarette e gomme, arrivano le multe per chi sporca
L’Italia dichiara guerra alle cattive abitudini. Basta mozziconi di sigarette lanciati per strada, sui marciapiedi, abbandonati in spiaggia tra i lettini. Stop alle gomme da...

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L’Italia dichiara guerra alle cattive abitudini. Basta mozziconi di sigarette lanciati per strada, sui marciapiedi, abbandonati in spiaggia tra i lettini. Stop alle gomme da masticare impiastricciate dappertutto, in particolare sotto la suola delle scarpe.




L’operazione civiltà non è più affidata alla buona volontà di qualche sindaco: questa volta a imporre le regole ai cittadini cafoni è una legge. O meglio, un disegno di legge, già alla Camera, dal titolo “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali”. Trentasette articoli, protocollati con il numero 2093, collegati alla legge di stabilità 2014, che contengono nuove disposizioni per appalti e smaltimenti, ma anche l’articolo 14 octies dedicato a “rifiuti di prodotti da fumo e gomme da masticare”. Il legislatore dà una mano agli amministratori cittadini e impone una sanzione da 30 a 150 euro per chiunque getterà «sul suolo, nelle acque, e negli scarichi» chewing gum e cicche.



Facile immaginare quale sarà la reazione dei consumatori più accaniti: «Non ci sono posti dove buttarli. Come faremo a non prendere multe?». Naturalmente il ddl prevede che i Comuni installino nelle strade, nei parchi e nei luoghi di aggregazione degli appositi contenitori. Per questa ragione, la legge stabilisce che le norme entrino in vigore dal primo luglio del 2015, proprio per permettere alle amministrazioni di attrezzarsi. Nel frattempo, un’idea potrebbe venire dalla passeggiata sul lungomare di Tel Aviv, dove la città nuova si collega all’antica Jaffa.



Bene, in Israele sono ossessionati dal fumo, i divieti sono molto rigorosi, ma nella Capitale non esiste una crociata talebana contro i fumatori, vengono tollerati all’aria aperta, a differenza di città come Singapore, San Francisco, e molte altre. Quindi hanno pensato di posizionare una serie di eleganti posacenere firmati da maestri del design israeliano. L’operazione ha avuto i suoi costi (voce del bilancio comunale: Arredo rubano), ma sono stati trovati anche molti sponsor privati.



Insomma, basta volerlo, e questa volta sembra che le intenzioni ci siano tutte, tanto che il ddl ha predisposto anche l’attuazione di una «campagna da parte dei produttori in collaborazione con il ministero dell’Ambiente, proprio - è scritto ancora nell’articolo 14 octies - al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti nocivi dell’abbandono». Un mozzicone gettato a terra o in spiaggia o in un giardino contiene, infatti, circa 4 mila sostanze tossiche e ha un tempo complessivo di degradazione attorno ai 10 anni.



Secondo uno studio dell’Enea, in Italia, vengono gettate circa mezzo milione di cicche al giorno solo a Roma, e producono 1.500 tonnellate di catrame. Senza contare che tutto questo ha costi altissimi per la rimozione e lo smaltimento. Un esempio per tutti: Montecitorio. Davanti all’ingresso della Camera dei deputati non esistono portacenere, e i lavoratori dell’Ama sono costretti a passare ore di lavoro, per tirare fuori dai sampietrini le cicche che si sono infilate nelle fessure.



Per la verità, in qualche città c’è chi ha provato a facilitare fumatori e masticatori. A Verona, ci sono parecchi posacenere collocati per strada, e il conto lo ha pagato una società del Nord Est che produce camini, la Camini Wierer, la quale così ha sponsorizzato una campagna utile per i cittadini ma anche per il suo marketing. A Modena, il sindaco ha lanciato una controffensiva dal titolo «Se ami la tua città, usa il posacenere», e ha piazzato gli oggetti necessari per smaltire i mozziconi un po’ dappertutto. Ad Amatrice, l’anno scorso, l’amministrazione ha regalato portacenere tascabili per tenere pulita la città. Mentre alla Triennale di Milano, un concorso è stato vinto proprio da giovani designer che hanno proposto contenitori di cicche che somigliano tanto a piccole opere d’arte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero