Salvini apre al listone unico con FI: «Ma basta arnesi del passato»

Matteo Salvini
Una lista di centrodestra che comprenda anche Forza Italia. L'ipotesi non dispiace a Matteo Salvini che prova ad allontanare da sé l'idea che sia la...

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Una lista di centrodestra che comprenda anche Forza Italia. L'ipotesi non dispiace a Matteo Salvini che prova ad allontanare da sé l'idea che sia la Lega ad aver rotto l'alleanza con Forza Italia e Fdi. Al contrario, il segretario del Carroccio rivendica di essere tra i più accaniti sostenitori dell'unità del centrodestra «per mandare a casa» Matteo Renzi. Nessun problema dunque a rimettere insieme i pezzi della coalizione ma, precisa lo stesso leader leghista, a determinate condizioni.

 
Salvini infatti sa perfettamente che con l'Italicum che prevede il premio alla lista e non alla coalizione, lasciare
fuori Forza Italia e di conseguenza il punto di riferimento degli elettori moderati sarebbe un grosso rischio. L'obiettivo però è che sia il Carroccio, forte del consenso elettorale, a dettare le regole dell'accordo. E per fare questo, il passaggio delle elezioni amministrative sarà dirimente. Il voto consentirà ai partiti di 'pesarsì e di poter così ridisegnare gli equilibri all'interno dello stesso perimetro. La madre di tutte le battaglie è ovviamente la corsa per la poltrona di primo cittadino della Capitale una sfida che secondo il leader leghisti è di fatto tra due donne: Giorgia Meloni e Virginia Raggi. Ed è proprio la candidata grillina ad essere l'opzione che Salvini prende in considerazione in caso di esclusione della Meloni dal ballottaggio a vantaggio di Giachetti.

La colpa della divisione del centrodestra però, a sentire il leader leghista, è solo del Cavaliere reo dopo aver «mollato Bertolaso» di non aver scelto la Meloni ma Alfio Marchini. Ecco perchè è proprio il capo di Forza Italia a finire sul banco degli imputati: «A lui sono sempre riconoscente ma ha perso smalto», dice Salvini facendo un paragone, da tifoso milanista, anche con la debacle della squadra rossonera anche nell'ultima di campionato.   Calcare la mano ora sulla leadership del centrodestra non è il momento ma è chiaro che sarà quello il tema centrale dei prossimi mesi. Per il momento Salvini preferisce girare intorno all'argomento definendo prima i parametri del nuovo centrodestra: «Deve avere un programma chiaro». Ma soprattutto non deve guardare al passato: «Non fatemi vedere Fini e i vecchi arnesi del passato».
   
La strategia del leader leghista però è quella di parlare il meno possibile di Berlusconi concentrando invece le accuse su Renzi «il vero nemico». Salvini lancia la sfida al premier dicendosi pronto ad un confronto pubblico anche domani. Il leader della Lega non nega l'esistenza di un partito dei giudici che «ieri era contro Berlusconi, oggi contro Renzi e magari domani sarà contro Salvini», ma si dice convinto che a fermare il leader del Pd «non serve un partito dei giudici, bastano gli italiani».   Chi per ora preferisce non replicare agli attacchi è Berlusconi. L'ex premier, fanno sapere i suoi fedelissimi, per il momento è concentrato sul rush finale della campagna per le

amministrative convinto che un buon risultato a Milano e la possibilità di arrivare al ballottaggio a Roma con Marchini gli consentano di poter ritornare di nuovo centrale nella scena politica in vista anche di ottobre e della battaglia per il referendum. Di una cosa il Cavaliere è consapevole e non perde occasione per ribadirlo: una coalizione di centrodestra per essere vincente non può che avere il suo punto di forza nei moderati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero