Città del Vaticano – «Si governi, fino a dove si può, con la pazienza ostinata e sagace del contadino, nell’interesse del bene comune e dei...
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«Non ci sono facili soluzioni con cui uscire dalla notte invernale. E, comunque, la via non può risolversi nella scorciatoia di promesse di beni materiali da assicurare a tutti, né dalla ricerca di volta in volta di un accordo sul singolo problema. Guai – lasciatemelo dire – se il “particulare” assurgesse a metro, a regola del vivere sociale. Diverrebbe davvero impossibile per tutti amministrare la cosa pubblica”. Bassetti sottolinea che c'è un paese da ricucire, da rimettere in piedi, da far ripartire. “Per ripartire dobbiamo ritrovare una visione ampia, grande, condivisa; un progetto-Paese che, dalla risposta al bisogno immediato, consenta di elevarsi al piano di una cultura solidale».
In questa prospettiva, alla vigilia dell’avvio ufficiale della nuova Legislatura, i vescovi rilanciano con forza l’invito al dialogo sociale, «al dirsi le cose in maniera trasparente e costruttiva. In una società plurale il dialogo dev’essere assunto non tanto per tattica di convenienza, ma per convinzione morale, come metodo, disposti quindi a farne proprie fino in fondo le regole».
Bassetti torna sulla Carta costituzionale: «bella e cara, con i suoi valori di lavoro, famiglia, giustizia, solidarietà, rispetto, educazione, merito. Con il valore essenziale della pace, senza la quale tutto è perduto: in casa nostra come in Europa, dove l’Europa – con le sue Istituzioni – rimane orizzonte da riscoprire proprio per poter abitare davvero la cas». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero