La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati nella maxi inchiesta «Jonny» che svelò le...
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L'operazione Jonny scattò all'alba del 15 maggio 2017. Un'indagine complessa quella condotta dalle squadre Mobili di Catanzaro e Crotone, dai carabinieri del Ros e del Reparto operativo di Catanzaro e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e della Compagnia di Crotone, con i rispettivi Comandi centrali, con il coordinamento del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, dell'aggiunto Vincenzo Luberto e dei pm Domenico Guarascio e Vincenzo Capomolla, che portò all'esecuzione di oltre un centinaio di fermi, tra i quali Sacco e don Scordio. L'inchiesta ha evidenziato come la cosca Arena, che a Isola Capo Rizzuto ha il suo feudo, fosse riuscita ad impossessarsi, in un decennio, di 36 milioni di euro sui 105 stanziati dallo Stato per l'assistenza ai migranti. Era soprattutto il servizio catering quello su cui gli Arena lucravano. All'epoca Gratteri sintetizzò così la qualità del servizio: «Il cibo non bastava per tutti e spesso era quello che solitamente si dà ai maiali».
Secondo l'accusa, Sacco, imprenditore, in passato vicepresidente nazionale della Misericordia, e grazie a questo aveva stretto legami con vari ambienti politici.
Il Messaggero