A meno di due mesi dalla proclamazione della "Repubblica" e dall'immediata decapitazione da parte di Madrid delle istituzioni catalane, la regione ribelle ha votato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'altro grande dato politico è il successo di Ciudadanos, il partito più duramente unionista, che diventa la prima formazione catalana vampirizzando il Partido Popular di Rajoy. La lista della "andalusa" Inés Arrimada, capitalizzando sulla crescita del nazionalismo spagnolo anche in Catalogna, ottiene 36 seggi, e arriva prima in voti. JxCat del President "in esilio" Carles Puigdemont è secondo con 34 seggi, davanti a Erc del 'detenuto politicò Junqueras con 32. Il terzo partito indipendentista, la Cup, si ferma a 4 seggi.
Nel campo unionista arrivano secondi i socialisti di Miquel Iceta con 17 deputati, mentre il Pp crolla dagli 11 seggi uscenti a 4, e al 4% dei voti. Per il potere spagnolo è una chiara disfatta. Il candidato di Rajoy in Catalogna Xavier Albiol aveva promesso di spazzare via gli indipendentisti. Nonostante le incriminazioni di tutti i suoi leader, dieci dei quali sono finiti in carcere - quattro lo sono tuttora - l' 'esiliò in Belgio di Puigdemont e di altri 4 suoi ministri inseguiti da mandati di cattura spagnoli, il fronte della secessione ha vinto di nuovo. In voti incassa il 48% contro il 43,5% ai tre partiti unionisti. L'affluenza è stata altissima, all'82%. Il travaso di voti registrato in Catalogna fra i due partiti unionisti di destra, Cs e Pp, a danno del partito del premier, è un segnale d'allarme per Rajoy.
Potrebbe spingere il giovane e ambizioso leader di Ciudadanos, il catalano Albert Rivera, a tentare di accelerare l'uscita di scena dell'attuale premier, che da un anno governa in fragile minoranza a Madrid. La vittoria degli indipendentisti è ancora più bruciante per Madrid in quanto è stata ottenuta in elezioni che hanno registrato un'affluenza senza precedenti, attorno all'82%, che danno una ancora maggiore legittimità popolare al destituito Puigdemont. Gli scenari delle prossime settimane si fanno ora complicati. Il principale candidato alla presidenza della Catalogna, Puigdemont, si trova in Belgio. Se rimette piede in terra spagnola sarà arrestato. Il suo vicepresidente, Junqueras, capo del secondo partito indipendentista, è in carcere. Puigdemont chiede che il governo destituito venga 'restituitò al paese, e che tutti i 'detenuti politicì siano liberati.
Altri due nuovi deputati sono in carcere a Madrid, due "in esilio a Bruxelles.
Il Messaggero