Dopo gli avvertimenti e le minacce, Madrid è passata ai fatti per fermare la corsa della Catalogna verso il referendum sull'indipendenza: la Guardia Civil ha fatto...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Tolga le sue sporche mani dalla Catalogna», gli ha gridato in aula un furibondo leader dei repubblicani catalani, Gabriel Rufian. Durissima la reazione di Puigdemont al blitz. Dopo una riunione straordinaria del governo, ha denunciato «l'atteggiamento totalitario» dello Stato spagnolo: «Ha superato la linea rossa, la libertà è sospesa», ha tuonato, denunciando «una situazione inaccettabile in democrazia». Puigdemont ha annunciato che il referendum rimane convocato «in difesa della democrazia di fronte a un regime repressivo e intimidatorio». Ma le ultime mosse di Madrid rendono sempre più difficile organizzare il voto.
Le perquisizioni della Guardia Civil le hanno permesso nelle ultime ore di sequestrare 10 milioni di schede per il voto, grandi quantità di altro materiale elettorale e le lettere di convocazione ai 45mila membri dei seggi. La struttura organizzativa è praticamente decapitata con gli arresti dei 14 alti funzionari, fra cui Josep Jové, braccio destro di Oriol Junqueras, vicepresidente della Catalogna e uomo forte del "govern" di Puigdemont. L'attacco al cuore delle istituzioni dell'autogoverno catalano ha creato una situazione incandescente a Barcellona. Migliaia di persone sono scese in piazza in difesa del 'govern' e del referendum al grido di «Libertà», «Indipendenza», «Fuori le forze di occupazione straniere», e cantando Els Segadors, l'inno catalano.
Ci sono stati momenti di forte tensione con gli agenti spagnoli che portavano via i dirigenti catalani in manette. Ma la protesta è rimasta pacifica. C'è stata alta tensione per ore anche davanti alla sede del partito della sinistra indipendentista Cup, circondato dalle forze antisommossa e "difeso" da centinaia di manifestanti. Il presidente della Assemblea Nazionale Catalana, principale organizzazione della società civile indipendentista, Jordi Sanchez, ha annunciato una «mobilitazione senza precedenti» in tutta la Catalogna dai prossimi giorni. «Il governo Rajoy è impazzito», ha detto all'Ansa, avvertendo che ora potrebbero essere arrestati anche Puigdemont e Junqueras. Al di là degli arresti e delle perquisizioni, Madrid ha portato avanti oggi anche lo strangolamento finanziario del governo catalano.
Il ministro delle Finanze Cristobal Montoro ha preso come previsto il controllo delle spese della Generalità e ne ha bloccato i conti correnti per evitare che «un solo euro» possa essere speso per il referendum «illegale».
Il Messaggero