Cassazione, Canzio: «Chiederemo pareri sulle leggi anche a Strasburgo»

Magistrati di Cassazione
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Il protocollo n.16 annesso alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che consentirà alle alte Corti di chiedere pareri consultivi alla Cedu, la Corte europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, assumerà nel tempo «un rilievo straordinario» e «diverrà uno strumento di prevenzione del conflitto». Lo ha sottolineato il primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio, aprendo la seconda giornata dell'incontro con il Presidente della Cedu, Guido Raimondi, e del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, in Cassazione. «Con il protocollo n.16 - ha ribadito Canzio - annesso alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (non ancora ratificato dall'Italia, poiché mancano le firme di 2 Stati per l' entrata in vigore), le Alte giurisdizioni nazionali potranno chiedere alla Cedu un parere non vincolante sull'interpretazione del diritto della Convenzione prima della decisione finale, aprendo così la strada ad una "nomofilachia europea"» per l'uniformità nell'interpretazione del diritto. Tale Protocollo, ha detto Canzio, assumerà nel tempo un rilievo straordinario, «spero qualitativo e non quantitativo». «Diverrà uno strumento incidentale e pregiudiziale di prevenzione del conflitto fra le Alte giurisdizioni nazionali e la Corte europea, prima che si formi il giudicato nazionale e si aprano questioni complesse di attuazione ex post delle sentenze della Corte Europea». 
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Il Messaggero