Caso Kroll, Tronchetti rinuncia alle prescrizione dopo la condanna in primo grado

Caso Kroll, Tronchetti rinuncia alle prescrizione dopo la condanna in primo grado
«Rinuncio alla prescrizione, la considero moralmente inaccettabile per un reato che non ho commesso». Lo ha affermato Marco Tronchetti Provera alla Corte d'appello di Milano...

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«Rinuncio alla prescrizione, la considero moralmente inaccettabile per un reato che non ho commesso». Lo ha affermato Marco Tronchetti Provera alla Corte d'appello di Milano nel processo milanese di secondo grado sul cosiddetto Caso Kroll che in primo grado si è concluso con una condanna per l'ex presidente di Telecom e presidente di Pirelli a un anno e otto mesi per ricettazione. Reato già prescritto dallo scorso settembre, ma stamattina Tronchetti Provera con un colpo di scena ha detto che rinuncia alla prescrizione.




«Rinuncio alla prescrizione - ha spiegato Tronchetti Provera davanti ai giudici - affinché vengano pienamente accertati i fatti. Considero moralmente inaccettabile la prescrizione per un reato che non ho commesso e sono a disposizione dei giudici per un eventuale esame».



Al centro del procedimento c'è un cd con dati raccolti dall'agenzia di investigazione Kroll che nel 2004, quando era in corso uno scontro tra Telecom e alcuni fondi di investimento brasiliani per il controllo di Brasil Telecom, stava portando avanti un'attività di spionaggio nei confronti del gruppo delle telecomunicazioni e della famiglia Tronchetti.



Secondo le indagini, quei file vennero intercettati dagli uomini di Giuliano Tavaroli, all'epoca capo della security di Telecom, con una operazione di hackeraggio e poi fatti avere alla segreteria di Tronchetti. Con quel materiale, l'allora numero uno di Telecom fece denuncia sulla spionaggio alle autorità italiane e brasiliane ma, secondo l'accusa, era consapevole della natura illecita di quei file.



Nel luglio 2013, Tronchetti è stato condannato a un anno e otto mesi con le attenuanti generiche e la sospensione della pena, tra l'altro coperta da indulto. Il Tribunale ha riconosciuto anche risarcimenti alle parti civili, tra cui una provvisionale di 900 mila euro a favore di Telecom. Lo scorso settembre, il reato di ricettazione è caduto in prescrizione, ma oggi è arrivata la rinuncia formale alla prescrizione da parte dello stesso Tronchetti.



Tra l'altro, la difesa del presidente di Pirelli nei motivi di appello aveva già chiesto la riapertura del dibattimento sulla base di nuove testimonianze al fine di arrivare a una assoluzione nel merito. Ora l'appello è iniziato con la lettura della relazione da parte di giudici.



Il sostituto Pg di Milano Felice Isnardi ha invece chiesto la conferma della condanna a un anno e 8 mesi per Tronchetti Provera. Il Pg ha chiesto anche che venga respinta la richiesta della difesa di riapertura del dibattimento. Secondo Isnardi, la sentenza di primo grado ha provato che c'è stata ricettazione e che Tronchetti Provera era «consapevole».



Secondo il sostituto Pg, da parte di Tronchetti Provera c'era una «chiara consapevolezza» che i file raccolti dall'agenzia di investigazione Kroll e intercettati dagli uomini di Giuliano Tavaroli erano stati carpiti tramite «hackeraggio». Per il sostituto pg, il fine da parte di Tronchetti «era capire quali erano i dati in possesso di Kroll per prendere le necessarie contromisure nell'ambito della competizione economica per il controllo di Brasil Telecom e ciò indipendentemente dal fatto di denunciare successivamente lo spionaggio». Per l'accusa, dunque, oltre alla consapevolezza ci sarebbe stato anche il «profitto» derivante dall'attività illecita.



Il magistrato ha spiegato inoltre che la sentenza di primo grado è «completa e condivisibile» e anche che lo stesso capitolo della denuncia alla magistratura «attraverso il quale la difesa punta a riaprire il processo è già stato esaminato in primo grado».



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Il Messaggero