Caso hacker, Putin attacca: «Regole violate dagli Usa. Hanno ammesso di essere impegnati in attività illecite»

Caso hacker, Putin attacca: «Regole violate dagli Usa. Hanno ammesso di essere impegnati in attività illecite»
«Minacciando la Russia di scatenare un attacco hacker, gli Stati Uniti ammettono per la prima volta di essere coinvolti in questo genere di attività». Lo ha...

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«Minacciando la Russia di scatenare un attacco hacker, gli Stati Uniti ammettono per la prima volta di essere coinvolti in questo genere di attività». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa Tass e Interfax. «Naturalmente - ha aggiunto Putin riferendosi alle parole del vice presidente Usa Joe Biden sul fatto che l'America risponderà ai cyber attacchi imputati ai russi - questo è contrario alle norme internazionali». Secondo Putin dagli «amici americani ci si può aspettare di tutto. Inoltre, sappiamo tutti che gli Usa spiano e intercettano tutto e tutti. Per farlo stanno spendendo miliardi di dollari. Ci sono all'opera la Cia, la Nsa e altri servizi». Poi, per rinforzare il concetto, il capo del Cremlino sottolinea come Washington «non controlli solo i suoi potenziali avversari, ma anche gli alleati».

LE ELEZIONI USA
Nella domenica delle repliche all'offensiva degli Stati Uniti, il capo del Cremlino respinge anche le accuse di voler interferire sulle imminenti elezioni presidenziali che dovranno dire se mandare alla Casa Bianca, per il dopo Obama, Hillary Clinton oppure Donald Trump. «La Russia non ha alcuna intenzione di interferire nella campagna elettorale americana» afferma Putin. «Sacrificare le relazioni tra Usa e Russia per ragioni di politica interna americana è dannoso e controproducente», ha avvertito il leader russo, in viaggio in India. Certo, ha osservato Putin, «Clinton ha scelto una retorica aggressiva verso di noi mentre Trump parla di cooperazione nella lotta al terrorismo».
Ma le parole di Vladimir Putin non sembrano scalfire la determinazione americana di voler ingaggiare un pericoloso braccio di ferro; e così da Londra, dove si trova in visita, il capo della diplomazia Usa, il segretario di Stato John Kerry fa sapere a Mosca, assieme all'omologo britannico Boris Johnson che Usa e Gran Bretagna stanno ipotizzando nuove sanzioni contro la Russia a causa dei raid aerei dell'aviazione russa su Aleppo.
I RAID IN SIRIA
«Il presidente Obama non esclude nulla al momento», ha fatto sapere Kerry che ha stimato nell'80/85% il numero degli attacchi delle aviazioni siriana e russa diretti contro le fazioni moderate che si oppongono al regime di Assad.
Una minaccia accolta da una scrollata di spalle da parte di Putin secondo il quale eventuali sanzioni «contro di noi sarebbero controproducenti. Le sanzioni degli Stati Uniti non risolvono nulla (in Siria ndr) sono soltanto mirate a contenere la forza della Russia. E non raggiungono mai lo scopo», ha aggiunto il leader del Cremlino convinto che la politica di contenimento attuata dagli Usa sia dettata solamente dalla questione ucraina. «Se non fosse stato per l'Ucraina, avrebbero pensato a qualcos'altro. Evidentemente, non vedono di buon occhio il fatto che la Russia sia diventata un giocatore a pieno titolo sulla scena internazionale, a dimostrazione del consolidamento della politica interna, a dimostrazione della volontà di lavorare con tutti i partner. Perché il lavoro in ambito internazionale richiede alcune concessioni, la ricerca di un compromesso. A quanto pare (gli Usa ndr) non vanno a caccia di compromessi, ma vogliono solo dettare le regole del gioco» ha spiegato Putin. «Questo è lo stile sviluppato negli ultimi 15-20 anni dai nostri partner americani. Loro non possono fare a meno di questo stile: niente dialogo» ha aggiunto.
KIEV E DAMASCO

E un osservatore neutro non può non notare in effetti la differenza di posizione degli Stati Uniti verso la Russia prendendo in considerazione la crisi ucraina e quella siriana. Nel primo caso sono scattate subito le sanzioni, nel secondo, dopo cinque anni di guerra e un anno di raid siriano-russi siamo ancora agli avvertimenti.
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Il Messaggero