Caso Cucchi, il legale della famiglia incontra Pignatone: «Inchiesta molto avanti»

Caso Cucchi, il legale della famiglia incontra Pignatone: «Inchiesta molto avanti»
«Siamo molto soddisfatti. Abbiamo dato un contributo sul piano medico-legale e altri documenti saranno depositati anche domani». Lo hanno detto l'avvocato Fabio Anselmo e...

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«Siamo molto soddisfatti. Abbiamo dato un contributo sul piano medico-legale e altri documenti saranno depositati anche domani». Lo hanno detto l'avvocato Fabio Anselmo e Ilaria Cucchi, sorella di Stefano il geometra di 32 anni morto il 22 ottobre del 2009. Sono stati ricevuti oggi pomeriggio per tre quarti d'ora dal procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone e dal pubblico ministero Giovanni Musarò al quale è affidata la nuova inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi e che vede per il momento indagato per falsa testimonianza un maresciallo dei carabinieri, Roberto Mandolini. Ai magistrati l'avvocato Anselmo ha consegnato la registrazione fonica di un colloquio avuto dalla dottoressa Beatrice Ferragalli tecnico radiologo ausiliario che partecipò alla redazione della perizia disposta dalla Corte d'Assise d'Appello con un giornalista di Altra economia. Colloquio riguardante la perizia che negava l'esistenza di una frattura recente alla colonna vertebrale in sede lombare di Cucchi mentre una consulenza depositata da Anselmo conferma che la frattura c'era.












Secondo l'avvocato Anselmo la nuova inchiesta è in fase avanzata e punta a far luce sui responsabili del pestaggio subito da Stefano Cucchi e sugli aspetti medico-legali legati alla causa della morte. Quanto all'indagine che per il momento coinvolge il sottufficiale dei carabinieri, secondo Anselmo «non può rimanere unico indagato e ci sarà una catena di testimoni che riguarderà tutto il processo Cucchi». Anche Ilaria Cucchi ha espresso commozione per come sta andando la vicenda: «avrei voglia di gridare al mondo molto di più. Ho molta fiducia nel procuratore».



«Sapevo che mio fratello era considerato "un ultimo" ma soprattutto sapevo che mio fratello era morto da solo come un cane fra dolori atroci. Per questo motivo non ci siamo mai fermati». Così Ilaria Cucchi questa mattina ai microfoni di Radio Roma Capitale, commentando l'apertura di un'inchiesta bis sulle responsabilità di alcuni carabinieri. «Sono stati anni molto faticosi ma ora grazie al mio avvocato e alla procura di Roma si è aperto uno spiraglio. Il mio dolore più grande è che lui sia morto pensando che io lo abbia abbandonato. Oggi lui sa che non è così». Ho pagato un prezzo alto - conclude - anche a livello familiare. I miei figli stanno pagando un sacrificio enorme però sanno che sto lottando anche per loro e anche per i figli di coloro che commettono abusi«.
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Il Messaggero