Casapound ha tutto il diritto di chiamarsi Casapound. Anzi, è l'unico soggetto titolato a usare questo nome. Lo ha deciso il Tribunale di Roma, rigettando la domanda...
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«Un'altra battaglia vinta - commenta il leader di Casapound Italia Gianluca Iannone - Finalmente si chiude una vicenda sulla quale sono state scritte pagine di inchiostro inutile: Ezra Pound è patrimonio di tutti, dell'umanità intera, e nessuno può rivendicarne l»esclusivà senza svilire la portata del suo messaggio. Il nostro è un omaggio a un autore acuto, non conforme per eccellenza, che abbiamo amato e studiato e la cui battaglia contro l'usura è stata il primo simbolo della lotta per il diritto alla proprietà della casa sulla quale è nata CasaPound, una lotta che senz'altro il poeta avrebbe condiviso. Invitiamo la de Rachewiltz a venire a toccare con mano quello che abbiamo creato in tutta Italia nel nome di suo padre: siamo certi che lontana dai cattivi suggeritori saprà capire perché suo padre è stato per noi fonte di ispirazione«.
»È stata una causa lunga e combattuta, non priva di inutili asprezze - sottolinea l'avvocato di Casapound Italia Domenico Di Tullio -, il cui esito naturale è la realtà dei fatti: nessun pregiudizio arreca alla memoria del grande poeta l'opera dell'associazione, il cui nome è ormai autonomo e diverso da quello del suo originario grande ispiratore. Ringrazio chi ha costruito insieme a me questa vittoria processuale e ci inchiniamo alle parole del Poeta«. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero