Dall'OMS è stato fatto allarmismo ed in modo ingiustificato«. Lo ha detto il Ministro Beatrice Lorenzin in merito alla classificazione delle carni fra le costanze...
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Il ministero della Salute. Lo studio dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sul rischio di cancerogenesi legato alla carne rossa e lavorata, ha spiegato Lorenzin a margine della celebrazione al Quirinale del 50/mo anniversario dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), «noi non lo abbiamo. Ne abbiamo vista una sintesi sulla rivista Lancet. Abbiamo chiesto di avere il testo completo, ma ci dicono che lo studio non sarà pronto prima della metà del 2016. Intanto però - ha affermato - allarmismo è stato fatto, ed in modo ingiustificato». «Ovviamente - ha sottolineato il ministro - dobbiamo dare autorevolezza alle istituzioni scientifiche mondiali. Il punto è che è stato presentato un sunto su una rivista scientifica a cui è stato dato una rilevanza mondiale, senza però avere noi il testo completo della ricerca. Questo studio ci verrà consegnato nella seconda metà del 2016». Quindi, ha concluso, «non creiamo allarmismi che non ci sono e affidiamoci alla Dieta Mediterranea».
Anche il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, è tornato oggi sulla questione ribadendo che «non vanno assolutamente creati allarmismi esagerati, anche perchè queste ricerche sono note da tempo e il tema vero che pongono è quello della corretta dieta, dell'equilibrio tra quantità, qualità, composizione nutrizionale degli alimenti».
La Federcarni. «È ancora presto per dire se c'è stato un calo nei consumi di carni lavorate e carni rosse dopo l'allarme Oms, quel che è certo è che non c'è stato il forte abbandono all'acquisto verificatosi con la mucca pazza».
I macellai. «Un allarme ingiustificato, che sta portando un danno enorme all'economia. La carne rossa italiana è simbolo di garanzia riconosciauto a livenno europeo. Sono i trattamenti e i metodi di lavorazionee di cottura semmai che possono rendere cancerogeno il prodotto». L'associazione macellaio di Roma Capitale non ci sta alla generalizzazione sull'allarme lanciato dall'Oms sul consumo di carne. E precisa: «La Germania e l'Inghilterra, per esempio, si riforniscono di canre dall'Italia riconoscendoci un'alta qualità del prodotto - spiega il vicepresidente Alessandro D'Antoni - In Italia i metodi di allevamento e lavorazione della carne rispettano infatti severi criteri di sicurezza e controllo imposti dal ministero della Salute. Purtroppo si è generalizza passando dall'hot dog al prosciutto, dalle salsicce alle carni rosse lavorate, attaccano anche la carne rossa in genere - continua il vicepresidente dell'Associazione macellai di Roma Capitale - Le carni incriminate in realtà sono soltanto quelle lavorate cotte a lunga conservazione: würstel, insaccati, salumi trattati con conservanti e prodotti chimici». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero