Il leader indipendentista Carles Puigdemont dal Belgio chiama a serrare i ranghi e lancia la sfida per le elezioni del 21 dicembre in Catalogna. È la tarda mattinata,...
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Nel suo discorso Puigdemont attacca duramente «la narrativa della paura» del premier spagnolo Mariano Rajoy e del Pp, senza risparmiare critiche a Psoe e Ciudadanos, le altre due formazioni politiche che hanno sostenuto l'applicazione dell'articolo 155, con cui è scattata la sua destituzione e il 'commissariamentò della Catalogna. Il leader politico manda un «messaggio chiaro» anche all' Europa che secondo lui ha dato al governo di Madrid «un appoggio acritico e immorale, lasciandogli fare di tutto, purché risolvesse quello che considera un problema».
Con le consultazioni di dicembre - avverte - si vedrà se «Rajoy ha vinto o perso; se i catalani hanno accettato» l'imposizione dell'articolo 155. Se l'Europa non prenderà atto del risultato, non sarà più nella posizione di dare lezioni sui diritti umani a Paesi come Cina o Turchia, puntualizza il 'President'. La situazione «è grave», ammette, per questo motivo, quelle del 21 dicembre «sono le elezioni più importanti della nostra storia. Scriveranno la cronaca del secolo», incalza dal podio Puigdemont. Alla sua sinistra ci sono la bandiera catalana e la stellata europea, a destra il banner con sfondo rosso e verde col nome della sua lista JxCAt (un raggruppamento trasversale in cui il peso della PDeCat è ridotto), che ora lancia come un treno in corsa contro «il tripartito della 155».
Col referendum, dichiarato illegale da Madrid, del primo ottobre «noi catalani abbiamo dimostrato al mondo la volontà di diventare uno Stato indipendente. E con le elezioni lo dovremo ratificare» insiste, ribadendo la richiesta che Spagna e Europa riconoscano il risultato che emergerà dalle urne. Ma il capo della delegazione del Pp al Parlamento europeo Esteban González Pons lo schernisce: è «un personaggio grottesco», «Puigdemont ha presentato la sua candidatura a Bruges, perché non può abbandonare il Belgio, altrimenti l'avrebbe fatto a Eurodisney, dove vivono quelli lontani dalla realtà come lui». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero