Capodanno anticipato, via il dirigente Rai del conto alla rovescia

Capodanno anticipato, via il dirigente Rai del conto alla rovescia
La decisione è stata presa ieri pomeriggio anche se (salvo improbabili sorprese, vista la lunga istruttoria che l'ha preceduta) dovrebbe essere formalizzata oggi:...

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La decisione è stata presa ieri pomeriggio anche se (salvo improbabili sorprese, vista la lunga istruttoria che l'ha preceduta) dovrebbe essere formalizzata oggi: Antonio Azzalini, il capostruttura di Raiuno riconosciuto responsabile da un'inchiesta interna di aver volutamente anticipato il countdown di Capodanno per battere la concorrenza e fare più audience, licenziato dalla Rai. Una decisione voluta direttamente da Antonio Campo Dall'Orto, fatti tutti gli accertamenti del caso da parte dell'ufficio legale, proprio nel giorno in cui il cda di viale Mazzini dà il via libera al nuovo Statuto della tv pubblica, che trasforma la figura del direttore generale in un vero e proprio amministratore delegato.


La sanzione del licenziamento sta a marcare, spiegano ai piani alti della Rai, proprio il nuovo corso voluto da Campo Dall'Orto: non pagano cioè più solo i pesci piccoli, il servizio pubblico non insegue lo share ad ogni costo né, soprattutto, inganna gli italiani.

NO DELLA MINORANZA
Ormai, appunto, non ci sono più ostacoli: Campo Dall'Orto ha pieni poteri e diventa l'ad della Rai, come previsto dalla nuova legge licenziata dal Parlamento. Le modifiche allo statuto di Viale Mazzini sono state approvate a maggioranza dal Cda e ora non resta che convocare l'assemblea degli azionisti per il sì definitivo. Non c'è stata unanimità perché i consiglieri di opposizione Freccero, Diaconale e Mazzuca hanno votato contro. «Il nostro voto è una critica alla legge», ha detto Diaconale. «E non potendo andare contro il Parlamento che l'ha approvata – ha aggiunto Mazzuca - non ci resta che esprimere il nostro dissenso. Questa legge non aiuta il pluralismo».
 
Tuttavia qualche paletto il Cda è riuscito a metterlo all'interno della nuova versione dello statuto. Il primo tra tutti riguarda le norme sui dirigenti esterni. Il tetto del 10%, su cui inizialmente si faceva riferimento, è stato dimezzato al 5%. Quindi potranno essere chiamati con contratti a tempo determinato - e per la durata del mandato di Campo Dall'Orto - non più di 13 dirigenti esterni, su un totale in pianta organica di 252. Questo non significa che il dg (prossimo ad) abbia già sparato oltre la metà delle sue cartucce, viste le assunzioni finora fatte, perché la norma scatta dall'approvazione definitiva del nuovo statuto.
NOMINE

Ciò significa che tutte le nuove direzioni in programma potrebbero vedere un esterno al comando delle tre reti generaliste e dei quattro tiggì. Difficilmente però si assisterà all'en plein. Ai nuovi vertici non conviene fare terra bruciata all'interno dell'azienda, riducendo gli interni a ruoli marginali. Non è da escludere quindi che ci sia più di un profilo interno all'azienda che possa avere il mandato.

Per le reti sembra più difficile, ma sui tiggì la probabilità non è da escludere. Terminato il Festival di Sanremo si darà il via alle danze. Sulle generaliste incombono i nuovi palinsesti da confezionare per la prossima stagione autunnale e su RaiNews il fatto che l'attuale direttore è a interim. Poi c'è la questione di RaiSport, per il quale si sta pensando a un cambio della guardia. Queste nomine potrebbero avvenire in blocco, anche perché per Raisport tra i papabili si fa il nome dell'attuale direttore di Raitre, Andrea Vianello, in corsa anche per il canale all news.

NUMERO VERDE

Nel Cda di ieri il dg ha illustrato le linee guida del piano industriale per il triennio 2016-18. Il cda ha anche votato il riassetto di alcuni incarichi. Giampaolo Tagliavia assumerà la presidenza di Raicom ed entrerà nel cda di Auditel, Cinzia Squadrone farà parte del Consiglio di Rai cinema. Rossotto resterà presidente di RaiWay fino all'approvazione del bilancio 2015. Da questa mattina è attivo il numero verde gratuito 800.93.83.62 istituito dalla Rai per fornire chiarimenti ai cittadini in merito al canone. Ed è proprio sul canone che in serata si scatena una polemica da parte di La7, che accusa il governo di dare più risorse alla Rai senza intaccare i tetti pubblicitari. «È giusto che vada tutto alla Rai?» si chiede il patron della rete, Urbano Cairo. «Non è giustizia, è giustizialismo televisivo» gli fa eco Enrico Mentana, direttore del TgLa7. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero